Notizia numero 1: la presidente dalla Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha detto che “su Omicron gli scienziati dicono di non saperne abbastanza”. Quindi inutile terrorizzare il mondo prima del tempo. Notizia numero 2: per l’Oms non ci sono prove che suggeriscano che l’efficacia dei vaccini viene ridotta dalla nuova mutazione sudafricana. Notizia numero 3: i contagiati dalla temibilissima variante sono, al momento, tutti casi lievi. Quindi calma e gesso.
Un vecchio detto suggeriva di non fasciarsi la testa prima di essersela rotta. Media, politici e comunità scientifica avrebbero dovuto applicare il proverbio non appena il Sudafrica ha sequenziato la nuova mutazione. Anche perché di Omicron non sappiamo quanto è trasmissibile, se avrà effetti su malattia e ospedali, se è in grado di “bucare” i vaccini. Insomma: non sappiamo un fico secco. Invece è subito partito il solito ritornello del terrore. Commedia già vista, stavolta però con una punta di novità. Nelle scorse ore, infatti, il Ceo di Moderna, azienda che produce uno dei vaccini anti-Covid, ha detto che il prodotto avrà “un calo sostanziale” nell’immunizzazione. Un dramma, per chi s’è fatto inoculare il liquido e rischia di ritrovarsi punto e daccapo. Ma da cosa lo deduce Stephane Bancel? Se la variante è stata scoperta poco tempo fa, come fa il Ceo di Moderna ad esserne così certo? Secondo una fonte di Ema, citata dal Giornale, dietro l’uscita dell’Ad di Moderna ci sarebbe solo “una strategia commerciale“. Se il vaccino non regge, il ciclo vaccinale va ripetuto. Dunque gli stati dovranno acquistare ancor più prodotto. Tradotto: l’uscita di Bancel sarebbe solo un modo per vendere più fiale. Il che, ovviamente, sarebbe gravissimo.
Anche perché, per ora, Ema non si getta nel vortice del terrorismo su Omicron. Una volta valutati i dati, deciderà cosa fare. Pare che gli scenari ipotizzati siano 3: primo, qualora Omicron si sgonfiasse da sola, nulla di nuovo sotto il sole; secondo, i cittadini europei verranno immunizzati con la terza dose e questo basterà a salvarci la pelle; terzo, qualora il virus dovesse davvero “bucare i vaccini“, allora – e solo allora – verrebbe chiesto alle aziende produttrici (Moderna, Pfizer ecc) di “aggiornare” le loro fiale. Nessuno scenario è da escludere, ovviamente, ma non c’è bisogno di scatti in avanti come quelli del Ceo di Moderna. Inutile fasciarsi la testa prima di essersela rotta. Nemmeno se serve a vendere di più.