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Ong tedesca, migranti all’Italia. E l’Europa tace

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La Sea-Eye 4, ong tedesca che batte bandiera teutonica, con 400 migranti a bordo, dopo aver ricevuto il diniego allo sbarco dalle autorità maltesi, si dirige verso l’Italia. Si reitera il solito canovaccio con le ong che, dopo aver raccolto centinaia di clandestini, programmano l’approdo italiano, inserendo nella traiettoria di navigazione la pantomima della indisponibilità di Malta a concedere il porto. Mentre obbedirebbe alla logica e al vincolo di appartenenza nazionale che la ong con bandiera tedesca raggiungesse il porto di Amburgo, essendo l’imbarcazione la “proiezione mobile” dello Stato di riferimento nel cui registro navale è iscritta la Sea-Eye 4. Il contestato Regolamento di Dublino, che obbliga i paesi di primo ingresso ad accogliere il richiedente asilo e ad istruire il procedimento di concessione dello status di profugo, andrebbe applicato sulla nave della ong che, battendo bandiera tedesca, è una emanazione della Germania su cui dovrebbe ricadere la responsabilità della gestione dei migranti.

Sulla vicenda è intervenuto il leader della Lega Matteo Salvini: «Fatemi capire. Una nave tedesca raccoglie 400 clandestini in acque libiche e maltesi, Malta rifiuta di assegnare un porto e questi si dirigono verso l’Italia. Difendere i confini non è un reato, è un dovere!». In effetti il tema dell’immigrazione non può continuare ad essere un fenomeno non integrato in un quadro di effettiva condivisione europea. La solidarietà è diventata un’invocazione retorica che si è “dematerializzata” nella narrazione di Bruxelles, che a parole pronuncia enfaticamente sentimenti di assistenza per poi ometterne la declinazione empirica.

Con l’approssimarsi della stagione calda aumenterà il traffico nel Mediterraneo con i taxi del mare pronti a solcare, in senso bustrofedico, le acque adiacenti le coste libiche, trasformandosi in pool factors (fattori di attrazione) per i processi migratori. Tant’è che il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, ha preventivato arrivi massificati verso l’Italia in corrispondenza del progressivo abbandono delle misure anti-Covid. Occorre che l’Europa attivi una forma di redistribuzione automatica dei migranti senza affidarsi a dispositivi facoltativi che faticano a funzionare, lasciando i paesi rivieraschi e mediterranei in balia della pressione unilaterale sui loro confini.

Il centro di Lampedusa è già collassato e con l’estate alle porte non possiamo permettere che il processo migratorio si incanali esclusivamente verso la rotta italiana, perché non abbiamo argini solidi allo straripamento del fenomeno.

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