Ora arriva l’orologio climatico: “Quanto manca alla fine del mondo”

Ogni giorno uno sguardo esclusivo sul mondo americano e sudamericano

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orologio climatico

Il Costa Rica verso la “messicanizzazione”

Il boom del cartello di Sinaloa nel paese centroamericano e l’aumento della produzione di cocaina in Colombia dopo gli accordi di pace del 2016 hanno fatto raggiungere al Costa Rica la cifra peggiore di omicidi della sua storia quest’anno, ha allertato ieri il ministro della sicurezza coistaricense. “Abbiamo una ‘messicanizzazione’ della criminalità”, ha detto ieri ili ministro Mario Zamora in un’intervista a Reuters sugli scontri armati tra bande e sicari in pieno giorno, che  rischiano di danneggiare il turismo, principale fonte di guadagno del Costa Rica.

“Noi non produciamo droga, ma il Costa Rica è oggi la più grande piattaforma al mondo da cui vengono esportate droghe verso paesi terzi”, ha detto Zamora. Secondo i rapporti ufficiali, quest’anno 10 tonnellate di cocaina hanno raggiunto le coste europee mimetizzate tra i carichi di frutta partiti dal principale porto costaricano, Moín. Limón, la provincia caraibica dove si trova Moín, è la regione più violenta del Paese, con un tasso di 33 omicidi ogni 100.000 abitanti, il 3.300% in più di Roma e Milano. 

Il Cristo Redentore di Rio proietta l'”Orologio Climatico”, 6 anni alla “fine del mondo”

Ieri ha proiettato l’Orologio Climatico, l’iniziativa internazionale che indica il tempo rimasto per fermare il riscaldamento globale e che per la prima volta ha segnato meno di sei anni il tempo lasciato all’umanità” per stare al sicuro da scenari climatici catastrofici. Dopo le dichiarazioni allarmistiche di Petro, che nel parlamento colombiano ha detto che siamo ad un passo dall’estinzione da segnalare anche il seguente scoop di Bloomberg: la Commissione europea sta utilizzando parte dei 300 miliardi di euro dei fondi del Global Gateway per raccogliere le emissioni dai pozzi inattivi e dalle infrastrutture petrolifere del dittatore Maduro in Venezuela. Il gas sarà poi inviato a Trinidad per essere liquefatto e spedito in Europa dalle principali compagnie petrolifere di Italia, Francia e Spagna.

Le navi cinesi stanno distruggendo il mare sudamericano

Le ore di pesca della flotta cinese che si trova ogni anno ai margini del mare argentino sono aumentate dell’800% nell’ultimo decennio. La flotta peschereccia di Pechino continua ad avanzare nella sua depredazione dei mari sudamericani. I dati più recenti mostrano che le navi del gigante asiatico compromettono le risorse ittiche dei Paesi sudamericani, intaccando l’equilibrio degli oceani e sfruttando i pescatori che trascorrono diversi mesi, se non anni, sulle loro barche. Lo dice il rapporto dell’Environmental Policy Circle sulla base dei dati satellitari forniti dalla piattaforma Global Fishing Watch.

Paolo Manzo, 23 luglio 2023


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