Fine emergenza mai

“Ora basta mascherina a scuola”. Scatta la rivolta contro l’obbligo del governo

Ai ministri Speranza e Bianchi arriva la richiesta formale da parte del Friuli Venezia Giulia. Ma il governo insiste: “Prudenza”

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Sembra essere la ridotta di Gaeta. L’inutile regola cui si appigliano i vedovi delle restrizioni. L’ancora di salvataggio di chi vorrebbe ancora mascherine, ancora chiusure, ancora green pass, di fronte all’evidenza del calo dei contagi. E al fatto che milioni di italiani ormai si sono vaccinati.

È così che nasce l’irrazionalità, tutta italiana, per cui i ragazzi fino al quinto anno delle superiori vanno al parco senza mascherina, dagli amichetti senza mascherina, si strusciano in centro senza mascherina, giocano a pallone senza mascherina, vanno al ristorante senza mascherina, eppure per cinque ore al giorno sono costretti a indossarla a scuola. Va bene la prudenza. Va bene la riduzione del contagio. Ma che senso ha provare a svuotare l’oceano con un secchio?

Per questo motivo ieri è arrivata la mossa del Friuli Venezia Giulia nella speranza di convincere il ministro Patrizio Bianchi e il suo collega Roberto Speranza a togliere l’illogica regola in vigore fino al 15 di giugno. La richiesta è semplice: “Esonerare gli studenti di ogni ordine e grado dall’uso dei dispositivi di protezione all’interno degli ambienti scolastici così come consentito da tempo in molti altri contesti sociali e di aggregazione”. La missiva, scritta dall’assessore regionale all’Istruzione del Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen, si basa su fondamenti logici. Ovviamente. E tiene conto anche del fatto che “mancano ormai meno di due settimane dalla fine delle lezioni”.

Non solo. Secondo l’assessore “le ripercussioni negative sul piano psicologico e l’uso prolungato delle mascherine causa a bambini e ragazzi”. Una preoccupazione che non arriva soltanto dai vertici regionali, ma che è stata presentata all’Amministrazione anche da “centinaia di famiglie” che chiedono un “intervento contro la decisione di prorogare fino al termine dell’anno scolastico l’obbligo dei Dispositivi di protezione individuale in classe”.

Anche perché l’Italia detiene un primato di cui faremmo volentieri a meno. “Il nostro Paese – si legge nella missiva – resta l’unico in Europa ad avere ancora l’obbligo della mascherina in un contesto nel quale sono stati effettuati forti investimenti per assicurare più classi e la scuola in presenza e dove le misure di sicurezza sono garantite e sono tutt’oggi fatte osservare scrupolosamente da insegnanti e famiglie”. Toc toc, ministro Speranza, ci farà sapere qualcosa?

Probabilmente no. Anche perché una risposta, benché indiretta, al Friuli Venezia Giulia è già arrivata dal ministro Bianchi. “Quest’anno abbiamo fatto una scelta importante – ha detto – abbiamo voluto tutti gli studenti in presenza in cambio della prudenza”. Quindi mascherina sia.

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