Ho un’idea precisa che voglio condividere con voi e che non c’è sui giornali perché nessuno mi permetterebbe di scriverlo. Oggi la Meloni ha una sola e unica possibilità: spero che Alessandro Giuli resista il più possibile, ma se dovesse dimettersi, lei dovrebbe trovare un comunista.
Anzi, Meloni deve fare due cose: deve trovare un comunista a cui affidare il ministero della Cultura; e poco prima di nominarlo cancellare tutte le marchette inutili alla cultura italiana. Non voglio più i soldi per i libri. Non voglio fondi per lo spettacolo. Basta risorse per gli amici degli amici. Nomine su nomine, posti su posti. Fine. Togliete tutto e datelo alla sanità così la sinistra non vi rompe più i coglion*. Quanto ha a disposizione il ministero della Cultura? 2 miliardi, 3 miliardi, 4 miliardi? Toglieteli tutti, paghiamo ‘sti stipendi ai dipendenti del ministero, a quelli che stanno nei musei e ai sovrintendenti, ma poi cancellate tutto il resto. Basta scrivere un decreto semplice semplice: tutti i soldi della Cultura vanno a finire alla Sanità. Primum vivere, deinde philosophari
Sapete poi chi vorrei al Collegio Roomano? Vorrei Marco Rizzo. Marco Rizzo ministro della Cultura. Che faccia un bel discorso, “viva la gnocca”: questa è l’egemonia culturale fatta dalla sinistra che serve alla destra. Non mettete intellettuali di destra: Buttafuoco, Giordano Bruno Guerri, Giuli, il pensiero positivo. Tutti inutili: metteteci Marco Rizzo. Ecco il suo programma: senza una lira, la gnocca mi piace. Bello comunista. Sarebbe la soluzione di tutti i problemi.
Anche perché voglio dire: oggi pare che il problema dell’Italia sia il ministero della Cultura. Cioè: abbiamo una crescita bassa, non nascono bambini, abbiamo qualche problemino sulla sicurezza, non riusciamo a chiudere i nostri confini, e ci preoccupiamo del ministero della Cultura? Quindi, basta. Marco Rizzo è una carta geniale secondo me. Così la Meloni sposta le risorse sulla sanità, sui poliziotti, sul progetto in Albania, dove le pare.