Politica

Ora e sempre “desinenza”, il femminile della Boldrini ha stancato

La deputata dem insiste col declinare in rosa i mestieri, il solito moralismo woke sul linguaggio

© Pattadis Walarput e ADragan tramite Canva.com

La vertiginosa abissale miseria della politica attuale, che è una non politica, la negazione della politica, di ogni politica, sta nella polemica tra due (os)sessi opposti: uno che vorrebbe vietare la declinazione al femminile delle cariche più o meno pubbliche, l’altra che vorrebbe imporla. Sul ring del manicomio parlamentare si menano il leghista Manfredi Potenti e la comunista Laura Boldrini. La differenza sta negli anticorpi: almeno nella Lega hanno preso le distanze, hanno sconfessato la trovata situazionista, dall’altra parte invece niente, sempre avanti con granitica convinzione verso il sol dell’avvenir.

A nessuno rimane il sospetto che trattisi di imposizione autoritaria, dirigista, da una parte come dall’altra; grottesca, dato il caso particolare. Il senso di vietare per legge le cariche, avvocata, sindaca, sfugge a maggior ragione in una temperie che vede le nostre care democrazie occidentali, europee, spolpate all’osso dall’autocannibalismo: non c’è più niente che tenga, i nostri soli diritti sono quelli di subire, da cittadini a sudditi, da provvisti di autonomia individuale a mattoni di muri di gomma, entusiasti nel farci contenere, controllare, medicare, ammalare, esposti a venti di guerre folli, alla progressiva discarica di responsabilità dirette nella logica del “ci deve pensare l’Europa”, quanto a dire una astrazione finanziaria dal potere egoriferito, che non tiene in nessun conto la consultazione elettorale, che fa come niente fosse, che si coalizza secondo logiche mascalzonesche, che studia le prossime pandemie e conseguenti stati di polizia al solo scopo di poter costruire nuove quanto stravaganti alleanze di potere.

Se si pensa che sarebbe alle viste un nuovo assetto governativo, di regime, benedetto (ovviamente) dal sempre attuale Presidente, che prevede l’estromissione dell’attuale dirigenza melonista, considerata avventizia, scalzata da una nuova alleanza che rispecchia quella europea, dai teppisti situazionisti verdi all’aziendalismo pragmatico di Forza Italia passando per le Schlein e gli Zan dei malintesi “diritti civili”. Che solo a pensare cosa si sono scambiati Berlusconi padre e i comunisti in trent’anni, c’è da suicidarsi tutti. In America per tre anni hanno avuto un presidente, “Mr Five”, con allusione ai cinque shot vaccinali con cui si è ridotto un ectoplasma, che andava per primule, si intratteneva con amici immaginari, non aveva il controllo neppure delle proprie funzioni fisiologiche, e nessuno ha mai saputo chi davvero tenesse il dito sul pulsante atomico, chi comandasse davvero nella democrazia più potente del pianeta: i servizi? Gli apparati? La finanza globale? Alla fine ci hanno pensato, udite udire, un attore di Hollywood e, pare, una pseudocantante “che sposta miliardi di dollari e quindi voti”.

Questo lo stato dell’arte: avevano probabilmente ragione gli scettici eretici, i Mosca, i Pareto, su per li rami fino ai Senofonte e Aristotele che consideravano la democrazia ateniese una radiosa, moralistica truffa. Noi siamo alla mercé di tutto, di noi stessi, ma i nostri rappresentanti, se non vanno in Europa sulla cresta dell’onda dei loro precedenti malfamati, dei loro processi per tentato omicidio, si trastullano in patria sul femminile nelle cariche. E bisogna pur dire che, per quanto possa suonare incredibile, qualche ragione la visionaria Boldrini ce l’ha quando osserva che non si capisce come mai la declinazione in “A”, operaia, contadina, vada bene per i mestieri umili, proletari, ma non per i ruoli apicali, sindaca, avvocata.

Lascia perdere, Potenti, lasciate perdere tutti: le democrazie liberali, in cui tutti si definiscono liberali, seppur lievemente hegeliani, pullulano di politici sedicenti liberali mai sfiorati dal sospetto che il parlare sia roba da non regolamentare: ma lasciateli fare, lasciateli dire, che poi a mettere a posto il moralismo woke ci pensa la gente che “parla come mangia”. Ma vedi un po’ se di debbono spremere ulteriori leggi, sulle trecentomila che già ci affliggono, per lo più inutili o repressive, per vietare o imporre una baggianata come il lemma di genere. Non bastano le continue cappelle che subito si confermano come tali, il delirio dei 30 all’ora in città che non “salva il pianeta ma lo affumica, come anche una mente esile capisce benissimo.

Non bastano le continue confabulazioni, le escogitazioni del femminicidio, l’animalicidio, lo stradalicidio, l’ambienticidio, che più te le inventi e più continuano a scannare donne, bestiole, passanti, e per di più, impuniti come sono, se ne vantano e diventano famosi, cioè, in prospettiva, ricchi; quanto ai tutori dell’ambiente, è di oggi la notizia di quattro balordacci salisiani e racketiani e gretini che, moderni feddayn spelacchiati, prendono in ostaggio l’aeroporto di Francoforte paralizzando il traffico aereo, rovinando la vita a migliaia di persone: del tutto tollerati, impuniti e magari premiati, in virtù di quale garantismo, di quale tolleranza, di quale diritto alternativo non si capisce.

Storia vecchia e sempre irrisolta: fin quanto può spingersi una democrazia nel consentire chi la mina dall’interno? Ma la questione pare felicemente risolta considerando che la democrazia, per lo meno nella sensibilità teorica che conoscevano, non esiste più; per tutto il resto, arriva l’Islam arrembante, politico, capace di far piazza pulita nel tempo di un muezzin. Però questi stanno a scannarsi per impedire o imporre i nomi, avvocata, direttora, managera. Ah cazzari, anzi cazzar*.

Max Del Papa, 25 luglio 2024

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