Così, la lettura del suo libro, risulta un’occasione persa, un testo che avrebbe potuto aprire un dibattito interessante, diventa una denuncia contro Salvini e la Meloni che spingono l’Italia “fuori dai confini della democrazia liberale e dello Stato di diritto”. La perdita di lucidità di Rossi emerge a pagina 19 quando, riferendosi a Lega e FdI, scrive: “parliamo di una destra psicologicamente nazisteggiante”. È evidente vi siano alcuni aspetti nella comunicazione, nei toni, nel posizionamento politico della destra italiana che andrebbero rivisti ma una critica costruttiva – compito del mondo culturale e intellettuale – è l’opposto di quella compiuta da Rossi.
La Buona Destra è un partito che senza dubbio piacerà alla sinistra e sarà funzionale allo schema politico e mediatico progressista di etichettare gli attuali partiti di centrodestra come estremisti, lungi da noi distribuire patenti di cosa e chi sia di destra e chi no ma vi sono evidenze schiaccianti che ci portano a dire senza timore che, a dispetto del nome, la Buona Destra non ha nulla a che fare con la vera destra.
Francesco Giubilei, 1 luglio 2020