Doveva essere l’inizio della liberazione, della vittoria ucraina contro il nemico russo. E invece la controffensiva, iniziata poche settimane fa, si sta rilevando estremamente complicata. A dirlo è lo stesso leader ucraino, Volodymyr Zelensky, che intervistato dalla Bbc ha confessato che i progressi degli attacchi stanno andando “più lenti del previsto”. E ancora: “La gente pensa che questo sia un film di Hollywood e si aspettano dei risultati ora. Non lo è, c’è in ballo la vita delle persone”.
Lo scenario
Un risultato che, secondo alcuni analisti, già dovrebbe mettere gli ucraini dinanzi alla realtà dei fatti, ovvero all’impossibilità di riconquistare il territorio perduto dal 2014. Una delle prerogative di Kiev per sedere ai negoziati è – da sempre – il ripristino della sovranità ucraina sia in Crimea che in Donbass. Se in quest’ultima area, nonostante la maggioranza russofona della popolazione, proseguono i combattimenti e le forze russe si stanno concentrando proprio per non perdere terreno.
Uno scenario ben diverso rispetto a quello della Crimea. La penisola sta diventando sempre più una causa persa per gli ucraini, anche perché stiamo parlando di un territorio de facto russo dal 2014, e soprattutto dal 2018, quando i russi hanno completato la costruzione del ponte di Kerch, l’infrastruttura di 18 chilometri che collega la Crimea al territorio della Federazione Russa, e che Kiev è riuscita a sabotare qualche mese fa creando non pochi disagi per il traffico di merci e armi destinate alla penisola.
Uno scenario, quindi, che andrebbe a premiare soprattutto le analisi compiute in questi mesi dal generale americano Milley, il quale ha più volte rimarcato l’impossibilità, soprattutto per ragioni numeriche, per l’Ucraina di ripristinare la sovranità su tutto il territorio perduto in questi nove anni.
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La mossa di Putin
Anche Vladimir Putin, che nel frattempo ha annunciato il dispiegamento imminente dei nuovi missili nucleari Sarmat, capaci di trasportare più di dieci testate nucleari, ha dichiarato che c’è “un rallentamento della controffensiva ucraina”. E la causa risulterebbe essere una larga fetta di territorio ucraino minato dai russi, si parla di circa 200 chilometri quadrati.
È anche il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, in un nuovo audio postato sul suo canale Telegram, ad ammettere le difficoltà ucraine, lanciando però un nuovo messaggio tranchant nei confronti di Putin, accusandolo esplicitamente di mascherare le reali perdite russe dovute alla controffensiva.
Le dichiarazioni sono state poi seguite dall’intenzione ribadita da Zelensky di procedere nell’avanzata, anche perché l’esercito “non ha ancora esaurito il potenziale della controffensiva”. Un’avanzata, però, che difficilmente riuscirà a smussare l’eterna fase di stallo in cui si trova il conflitto.