Ormai fa solo pena: qualcuno lo dica a Saviano

Lo scrittore torna ad attaccare destra e Meloni sulla Stampa: “Lei peggio di Berlusconi”

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saviano salone torino

La parabola di Roberto Saviano sta tutta qua: da giovane pareva la caricatura di Checco Zalone, da vecchio (precoce) pare la caricatura di Giobbe Covatta. Dice anche le stesse cazzate, solo che ci crede più fortemente. Bob Saviano. Caro ragazzo. Sa scrivere solo di boss di Mergellina. Pura posa. Bob ‘O Copiancolla. Da quanto un simile affarista ci ha “scassat o cazz”? Dal 2006, pura intuizione di Gian Arturo Ferrari, ma su questo il mio amico Gian Paolo Serino potrà essere più dettagliato, che lo raccattava da Nazione Indiana, una robetta da anarcosegaioli, per costruirlo a partire dalla scorta, unico caso al mondo di sottoscrittore, Boni Castellane dice “regionale”, per me da vicolo. E siate sinceri, quando avete mai sentito questo opinionaro da Che tempo che fa dire qualcosa di interessante, di elegante, di acuto? Bob Saviano, dì qualcosa di intelligente. Bob Saviano dì qualcosa anche non di intelligente, di banalmente sensato. Bob Saviano, non dire niente.

Apre bocca solo per parlare di sé, per fare altri soldi, come ogni scugnizzo di buona famiglia, tendenza protosardino e prototendino, da comunista viziato; al massimo si spinge a perorare gli amici degli amici, suoi, ma solo se gli conviene. Nel tempo del delirio, Bob o Copiancillo s’è fatto caricatura di una caricatura. Che è? Al Domani, testat organica per testa d’Ovo, va a promuovere il suo podcast, insomma fare soldi per fare soldi, e parte con il solito cazzatoio deprimente: la destra fascista, spaventosa, “xenofobba”, “impresentabbile”, ah, uhè, uhi, la decenza non va lì, la macchina del fango contro di lui, e in questo caso sarebbe fango su fango, indistinguibbile. Ah che schifo il “Dio patria e famiglia” di Meloni, manco origginale, Bob o Copiancoppa, l’hanno già detto in tante, quella col cane mazzettaro, l’altra che dovrebbe curarsi anche quel livore così patetico. Che Dio ce lo tenga in salute, Bob o Scassapalle, che sennò abbiamo un altro intoccabile. E, fatalmente, ecco la difesa dei compari: Emilia Romagna colpa del governo fascio, non certo dell’amministrazione piddina; per non dire della “cacciata” di Fazio, o boss di Che tempo che fa, dove io ci guadagnavo, avrebbe potuto aggiungere. Difficile e perfino superfluo chiosare la malafede di questo capitalista di se stesso, capitalista di chiacchiere: “Siamo messi molto peggio che nel ventennio berlusconiano”.

Nel quale, sempre per completezza dell’informazione, il Boy Bob creato dalla struttura e dalla sovrastruttura funzionò benissimo come anello di congiunzione tra la corazzata berlusconiana, per la quale scriveva i libri, quando non li copiava, e la corazzata debenedettiana, per la quale si produceva nei deliri para-giornalistici. Molto para-. E arriviamo alla vera libidine del pensiero friabile di Bob o Cuneo, inteso come testa. La carognata al Salone del Libro sovietico sul ministro Roccella, spacciata per normale dialettica. I dettaglianti di fumo alla Stazione Centrale sono più seri: la scena l’abbiamo vista tutti, per mille social, ce l’ha spiegata Luigi Mascheroni, che c’era, una gazzarra fetida su una che presentava un libro sul padre Radicale, impedita a parlare da un commando di cretine e cretini filobrigatisti col direttore Lagioia che, da bravo mollusco, se la cavava filandosela perché la camerata Montaruli (una che comunque dove la metti scatena bovine conseguenze) gli ha detto vergogna.

Che uomo! Ecco, il pluralismo di Bob O Chiachiello sta tutto qui: inutile dilungarsi. Questa frittura globbale totale di pesce avariato. La democrazia comunista per cui parlo solo io, tu sei indegno, tu è già tanto se non ti meniamo. E poi io ho la scorta, ho i soldi e tu chi sei. Bob che odia le destra e odia gli sbirri, ma se ne fa proteggere, è il prodotto esemplare della fabbrica di coscienze di plastica e in 17 anni di danni ne ha fatti pure lui. Adesso si è raggiunto, ha consacrato la sua ridicola inconsistenza, ma ricordate quando lo portavano in processione, lo imponevano maoisticamente nelle scuole, lo leggevano nelle chiese, facevano i rosari per la sua incolumità? E il supersbirro Vittorio Pisani avvertiva: non gli serve nessuna scorta, non dà fastidio a nessuno, la camorra di tutto si occupa meno che di ‘sto guaglione. Fra tanta gente nera, una cosa bella: l’han fatto capo della Polizia Pisani, che libidine.

È un paese bastardo questa Italia. Dove chi fa fortuna senza merito ci sputa sopra e il regime fascista gli spalanca le porte da 20 anni. A volte guardi Bob O Sborone e ti viene l’atroce sospetto che stiano davvero tutti ‘na famiglia: chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori, e chi è dentro fa circolo chiuso fingendo d’azzannarsi. Anche perché certi tuca tuca con Zelensky, certi dadaumpa con Ursula non è che incoraggino molto. Mah, sarà pure una strategia luminosa, speriamo solo non del genere Sendero. O Saviano.

Max Del Papa, 21 maggio 2023

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