In uno scenario che fa rabbrividire, un uomo di circa trentacinque anni di origine filippina è stato arrestato recentemente con l’accusa di abuso sessuale aggravato. L’orrore di questa storia è celato nei filmati registrati dalle telecamere segrete installate dagli inquirenti in una stanza dell’ospedale Sant’Anna di Torino. Le riprese hanno catturato l’intero svolgimento degli eventi. Attualmente, l’uomo è recluso in carcere al Lorusso e Cutugno su ordine cautelare.
La vittima è una ragazza incinta di tredici anni, figlia dell’accusato. Come racconta La Stampa, giovane si era presentata all’ospedale all’inizio del mese di luglio, in uno stato di gravidanza già avanzato. All’ospedale, la ragazza mostrava segni evidenti di paura, e aveva una serie di domande riguardanti la gravidanza e il parto. Emergeva un quadro inquietante: un padre che avrebbe dovuto proteggere la figlia si rivelava, invece, come il suo assalitore.
Quando è stato chiesto alla ragazza chi fosse il padre del bambino, lei ha risposto in maniera evasiva. Prima ha dichiarato di averlo conosciuto sui social media, poi di averlo incontrato attraverso una chat di incontri. In seguito, non ha fornito ulteriori dettagli. Anche la madre della ragazza non ha voluto o non è stata in grado di fornire alcuna risposta. Gli esami del DNA sono attesi a breve per determinare l’identità del padre. Se il padre non è un coetaneo della ragazza, sarà perseguibile per legge.
La ragazza è attualmente sotto osservazione in ospedale, assistita da medici e psicologi. Dopo la denuncia dell’ospedale, il caso è arrivato al procuratore aggiunto Cesare Parodi, a capo del gruppo di lavoro sulle fasce deboli e si occupa anche dei reati di codice rosso. Su sua iniziativa, sono state piazzate delle telecamere nascoste nella stanza della giovane.
Il 10 luglio, durante una visita alla giovane, l‘uomo è stato arrestato in flagranza. L’avvocato Elena Emma Piccatti, che lo assiste, ha dichiarato: “È una vicenda molto delicata, che racchiude un’immensa sofferenza”. Non ha voluto aggiungere altro, in attesa dei risultati degli esami e dell’inchiesta.