Società

La dittatura del politicamente corretto

Orsini, i gay, i trans: il pensiero unico stronca pure Sofia Goggia - Seconda parte

La campionessa del mondo di sci presa di mira dai censori politically correct

Se poi ci si lascia scappare un’uscita in odore di russofilia, la frittata è fatta: la campionessa dal sorriso solare, orgoglio dell’Italia intera, finisce sulla bacheca Twitter di Gianni Riotta, il poliziotto cibernetico a caccia di “putiniani”. Il crimine della Goggia è di aver manifestato apprezzamento per le posizioni di Alessandro Orsini: “Stimolanti”, le ha definite la sciatrice, che studia scienze politiche alla Luiss e darà un esame proprio con il professore. “Dobbiamo sempre preferire la discussione alla propaganda”, ha osservato giustamente la Goggia. Visto il clima che c’è nel Paese, è sufficiente per essere considerata un’agente del Cremlino.

Ci siamo talmente abituati alle gogne mediatiche per i “devianti”, che una tirata contro l’ortodossia gender-pandemico-bellica sembra ormai un vano esercizio di retorica. Chi ha ancora a cuore ciò che contraddistingue la civiltà occidentale e la differenzia anche dalla Russia – ovvero la libertà di critica – non può comunque restare indifferente dinanzi all’aggressiva avanzata di questa forma di colonizzazione ideologica. Ci piacerebbe poter ancora fare satira su tutti; ci piacerebbe poter ancora dire che le foglie sono verdi d’estate e gli uomini sono uomini; ci piacerebbe poter ancora dire che è legittimo ragionare sulla guerra in atto, senza perciò stesso parteggiare per Mosca.

Ma come stanno davvero le cose? La gente comune ha ancora a cuore questo buon senso della libertà? Gli assalti censori fanno rumore, ma sono in fondo solo la campagna aggressiva di una minoranza organizzata? O il conformismo del pensiero, con cui siamo costantemente bombardati, ha già riprogrammato le nostre menti?

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