Cronaca

“Paga e via la querela per furto”. Piero Fassino, c’è profumo di svolta

Il caso del taccheggio al duty free di Fiumicino potrebbe chiudersi con un nulla di fatto. Il Corsera: “Si tratta sul ritiro della querela in cambio di un risarcimento”

fassino profumo 02 © ShutterOK e Aliaksandr Yarmashchuk tramite Canva.com

Il parlamentare del Partito Democratico, Piero Fassino, potrebbe presto vedere risolta la vicenda giudiziaria che lo riguarda senza ulteriori complicazioni. Secondo quanto scrive il Corriere, l’inchiesta relativa al furto di un profumo dal valore di 130 euro, per il quale l’ex ministro è stato accusato, potrebbe concludersi con un accordo che eviterebbe il processo. La società che gestisce il duty free aeroportuale di Fiumicino ha formalizzato la querela, indicando Fassino come l’autore del furto. Tuttavia, le parti sarebbero orientate verso una trattativa per il ritiro della denuncia in cambio di un risarcimento del danno.

L’avvocato Francesca Tolentino, rappresentante dell’ufficio legale della società, ha negato che siano in corso trattative. Nonostante ciò, Tolentino ha sottolineato la scelta della società di mantenere la riservatezza sui protagonisti della vicenda, non fornendo dettagli. Piero Fassino ha, d’altro canto, ampliato la squadra della sua difesa, nominando un secondo legale, Andrea Miroli di Civitavecchia, in attesa dell’avviso di garanzia.

Questo episodio ha avuto luogo lo scorso 15 aprile al duty free del Terminal 1 dell’aeroporto di Fiumicino. Fassino sarebbe stati pizzicato mentre faceva scivolare una boccetta di profumo nella tasca del giaccone. Il deputati si è difeso parlando di “equivoco”: “Stavo rispondendo al cellulare e avevo nell’altra mano un trolley dunque ho dovuto poggiare la bottiglietta in tasca. L’intenzione era di pagare ovviamente”. Tuttavia, alcuni testimoni lo incastrerebbero. Inoltre, il furto denunciato dal duty free non sarebbe il primo: si tratterebbe dell’ultimo di una serie di episodi, tutti relativi a profumi, avvenuti nel giro di un mese. In una circostanza antecedente, l’esponente dem avrebbe pagato il profumo dopo essere stato fermato dagli addetti alla sicurezza.

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Le immagini delle telecamere di videosorveglianza del duty free sembrano confermare tali avvenimenti. Tuttavia, Fassino ha rigettato le accuse, parlando di un malinteso e sottolineando l’improbabilità di un tentativo di furto così maldestro e visibile. Il suo avvocato, Nicola Gianaria, ha rincarato la dose commentando sulla supposta goffaggine di tali azioni, effettuate a vista. Il deputato si era anche offerto di pagare il doppio della cifra, per chiudere l’incidente.

L’episodio ha alimentato un’ondata di attenzione mediatica, e ora con l’avanzamento delle trattative per il ritiro della querela, si prospetta una possibile fine anticipata del caso. Nonostante ciò, restano interrogativi sugli effetti che questa faccenda potrebbe avere sulla carriera politica di Fassino e sulla percezione pubblica del suo operato.

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