In Italia all’ossessione psicologica connessa alla pandemia, si aggiunge il panico scaturito dal recente conflitto tra Russia e Ucraina. La paura generata dalla guerra ha spinto diversi italiani ad avviare la richiesta per l’edificazione di bunker, rifugi in cemento armato costruiti sottoterra e fatti per resistere anche ad eventuali attacchi nucleari.
Come riportato dal “Corriere del Veneto”, la Minus Energie, azienda specializzata nel settore per la costruzione di bunker, in questo periodo è tempestata di telefonate. «Sono arrivate oltre 200 chiamate in meno di una settimana. Molte richieste sono frutto del terrore della guerra. Persone chiamano preoccupate dall’escalation ucraina per farsi costruire una struttura dall’oggi al domani. E io sono obbligato a dirgli che non si può fare. Non si può pensare a una struttura del genere come un cappotto che uno mette appena ha freddo. Ma per altre persone, molto determinate, è una scelta motivata».
A parlare è Giulio Cavicchioli, 56 anni, imprenditore mantovano che da ventidue anni si è specializzato nella costruzione di bunker civili e militari. «Nei primi giorni siamo riusciti a tener traccia della provenienza delle richieste: 7 dal Lazio, 5 dal Piemonte, 5 dalla Lombardia, 4 dal Veneto (due a Padova, una a Vicenza, una a Verona), una dalla Campania, 6 dalla Toscana e 3 dalle Marche. Ora abbiamo perso il conto. Da Roma, punto ritenuto forse saliente in caso di guerra, un numero esorbitante di richieste, qualcuna anche dall’Emilia-Romagna», spiega l’imprenditore. È l’effetto provocato dall’offensiva di Mosca, che ha reso tangibile la minaccia nucleare. In 22 anni, di rifugi ne sono stati costruiti circa 50. «Cinque in Veneto — stima l’imprenditore — Il numero di richieste degli ultimi giorni supera abbondantemente quello di un ventennio. È una cosa fuori dal normale, difficile razionalizzare. Per persone normalissime, famiglie per lo più, dall’oggi al domani diventa un’esigenza vitale. Io devo demotivarli: esistono tempi tecnici imprescindibili per l’ottenimento delle concessioni edilizie, per la preventivazione dell’impresa edile e per i tempi di consegna, che si sono anche allungati».
Si parla di poche costruzioni, tutte messe in piedi a seguito di eventi molto particolari, a testimonianza della componente psicologica che spinge a fare una scelta di questo tipo. «Dopo la guerra nei Balcani le acque si sono smosse e hanno messo in allerta alcune persone. L’altro momento in cui abbiamo visto aumentare le richieste è in vista della fine del mondo annunciata dai Maya, nel 2012», continua Cavicchioli.
Ad allarmare i cittadini italiani già estremamente provati dal punto di vista psicologico dopo due anni di emergenza sanitaria e restrizioni delle libertà personali, si aggiunge anche la delibera di un nuovo stato di emergenza previsto fino 31 dicembre 2022 in relazione all’esigenza di assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto. Lo scenario catastrofico dell’emergenza perenne di crisi pandemiche, belliche ed economiche, mostra il suo lato estremamente impattante sulla psiche collettiva ed offre al tempo stesso la possibilità di cambiare paradigma politico su scala mondiale, indicando la via della pace, della libertà, della fratellanza universale tra i popoli, come necessità basilare di una comunità globale per il benessere collettivo.
Carlo Toto, 4 marzo 2022