Cultura, tv e spettacoli

Paola Ferrari contro Fazio: “Via dalla Rai? Non verso lacrime”

La giornalista e conduttrice tv interviene sulla Rai. Sarà ospite speciale de La Ripartenza del 7-8 luglio a Bari

Cultura, tv e spettacoli

La difficile adolescenza, gli anni di Piombo a Milano, l’ascesa nel mondo della comunicazione, fino ad arrivare agli argomenti di più stretta attualità. Abbiamo intervistato la giornalista e la conduttrice televisiva Paola Ferrari, che sarà uno dei volti principali de La Ripartenza, l’evento organizzato dal direttore di questa testata, Nicola Porro, al Teatro Petruzzelli di Bari, in cui si incontreranno i più importanti volti imprenditoriali, produttivi, politici, nonché del mondo della comunicazione.

Paola Ferrari, partirei dalle sue origini: la difficile adolescenza, l’abbandono della casa a soli 15 anni, le violenze della madre. Quanto hanno inciso questi eventi nella sua vita professionale?

Hanno avuto un impatto fortissimo nella mia vita emozionale e nella mia crescita emotiva, ma dal punto di vista professionale è stato quasi un bene perché ho imparato fin da piccola a cavarmela da sola. Essendo una bambina ai tempi molto sensibile, ho imparato a difendermi e lottare per le cose importanti della vita.

Quando ha iniziato a fare i primi passi da giornalista?

Ho sempre sognato di fare la giornalista: la mia eroina era Oriana Fallaci. Mi sono fatta strada nel giornalismo musicale e sportivo. Io volevo fare o il procuratore o la giornalista: il mio grande sogno è stato sempre quello di seguire i passi di Enzo Tortora, professionalmente un secondo papà. Aveva condotto la Domenica Sportiva e il mio grande obiettivo era arrivare quello.

Porrro

Il sogno di una donna emancipata.

Sì, in molti casi la figura femminile veniva e viene usata in un modo che non mi piace nel mondo dello sport. Sono stata molto fortunata perché ho incontrato persone che mi hanno aiutato, facendo tanti anni di gavetta in Rai. Lavorando con serietà, sono arrivata alla conduzione della Domenica Sportiva. Tutti rimasero senza parole perché questo fu un cambiamento culturale: c’era il rischio che il telespettatore rimanesse spiazzato. E invece fu un grandissimo successo.

Gli uomini hanno cercato sicuramente di bloccarla, ma lei ha parlato anche di donne.

Esatto, io sono una femminista di destra. Non sono per le quote rosa, anche se ho partecipato a due gruppi parlamentari con il ministro Prestigiacomo delle Pari Opportunità, ma allora c’era una situazione in cui la presenza femminile in Parlamento era al 7,8 per cento: bisognava smuovere le acque.

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Un altro tema caldo è la rivoluzione in corso alla Rai, ieri Repubblica parlava di lottizzazione da parte della destra.

Io sono in Rai da 33 anni, quindi ho visto cambi di ogni tipo. Io vengo da una televisione pubblica in cui il primo canale era della Dc, RaiDue del Partito Socialista e RaiTre di quello Comunista. Adesso, in realtà, vedo una pluralità.

E invece cosa ne pensa del “caso” Fazio?

Secondo me, la trasmissione era un circolo di radical-chic di sinistra, dove si vedevano sempre le stesse facce. Sicuramente, non mi sento di definire sfortunato o bistrattato uno che guadagna 2 o 3 milioni di euro all’anno, dove potrà esprimersi da un’altra parte. Piuttosto il caso di Nicola Porro, che faceva Virus alla Rai, fu uno di quelli in cui non c’era nessun motivo valido per chiuderlo, anche perché il programma andava bene. Su Fazio non verso molte lacrime: ha cercato di portare avanti un’egemonia di pensiero di sinistra in Rai. E l’ho vissuto sulla mia pelle.

Cosa nello specifico?

Questa egemonia l’ho vissuta già dai tempi della diatriba con Ilaria D’Amico. Lei era di sinistra e improvvisamente tutto il centrosinistra creò un personaggio D’Amico, mentre io ero quella brutta di destra. Me ne hanno fatte di tutti i colori: per anni, ho dovuto sopportare body shaming contro di me, solo con l’obiettivo di screditarmi perché di centrodestra.

Cosa ne pensa invece degli addii di Gramellini e Annunziata?

Gli spazi di opinione ci devono essere a 360 gradi e questa dirigenza Rai lo sta facendo. Sinceramente, mi dava più fastidio Fazio. Se vado dall’Annunziata e mi provoca, io posso rispondere, anche litigarci con un dibattito spigoloso. Non mi piace, invece, quando c’è il senso di sufficienza e superiorità che hanno le persone radical-chic. Gramellini e Annunziata sono più persone d’attacco: mi piace molto di più confrontarmi con loro.

Lei si è detta entusiasta per il cambio di guardia avvenuto alla direzione di RaiSport, dove Jacopo Volpi ha preso il posto della dimissionaria Alessandra De Stefano. Non le piaceva la De Stefano?

Preferisco non esprimermi sulla signora De Stefano, anche perché è una giornalista Rai e giustamente bisogna mantenere un comportamento etico. I fatti parlano da soli, ma non sta a me sottolinearli. Sono contenta per Volpi perché è un giornalista di razza e una persona di grande dignità, riportando grande armonia. Questa direzione aziendale pensa allo sport come asset determinante per il servizio pubblico.

Andiamo sulla politica. A quasi un anno dalla nascita del governo Meloni, quali sono le sue impressioni? 

Ho sempre avuto molta simpatia per la premier, ma questo da quando si candidò come sindaco a Roma. Giorgia Meloni è una donna tenace, con un rigore culturale e intellettuale molto forte. Mi è sembrata diversa da tanti politici che si sono alternati negli anni, proprio per la sua integrità a livello culturale. Mi è anche sembrata la donna che tiene più la schiena dritta, cosa che mi insegnò Enzo Tortora. Per questo, l’ho sempre ammirata. Da donna e da madre, valori che per lei valgono moltissimo, le sono vicina per le difficoltà che può avere.

Anche qui, con la figlia ci sono state molte polemiche, quando Meloni la portò al G7 di Bali.

La gente è stupida e meschina a volte. Non si commentano nemmeno. Nella mia piccola esperienza, quando sono stata attaccata per anni, non c’è stato uno di sinistra che mi ha difeso o mosso un dito per difendermi. Nessuna donna di sinistra mi ha difeso quando sono stata presa in giro e massacrata senza motivo. Ormai, non mi stupisco più di nulla: è un modo di fare della sinistra che ha sempre portato avanti e non le fa molto onore, lasciando che le donne di destra vengano bistrattate ed insultate.

Matteo Milanesi, 23 giugno 2023