Sono ore di pura libidine per gli amanti della libertà d’espressione, dopo che Papa Francesco, senza peli sulla lingua, ha palesato la forte presenza di omosessuali in Vaticano. Tra le file dei turboprogressisti amanti dei bavagli, invece, momenti di grande sconforto e disperazione: in questi anni hanno visto nel Santo Padre un alleato, dopo diverse sue dichiarazioni a favore della comunità LGBT; oggi invece, riassaggiano la realtà, notoriamente conservatrice, della Chiesa.
Trattandosi di Sua Santità Bergoglio, la vicenda dopo qualche sparuta polemica cadrà nel dimenticatoio. Ma compiendo un piccolo esercizio di fantasia e giocando con il paradosso, si può affermare che se a dire questa frase ieri fosse stato uno studente di un’Università o un dipendente di un’azienda particolarmente attenta alle “politiche di inclusione”, sicuramente avrebbe subito ripercussioni professionali e sociali.
Solo qualche mese fa in Bocconi, ad esempio, alcuni studenti sono stati sospesi dall’Università per 6 mesi per commenti sui bagni “gender free” molto più blandi di quello del Papa. E magari, sempre giocando con la fantasia, se il ddl Zan fosse stato approvato oggi forse avremmo orde di attivisti invocanti una denuncia per omofobia verso Sua Santità.
Fortunatamente il ddl Zan è ancora una distopia. Sfortunatamente invece le sospensioni in università e le ripercussioni professionali per chi si dimostra disallineato al pensiero unico sono già realtà.
Una cosa è fattuale: il Papa ieri ha dato a tutti, tutte e tuttu, una lezione di libertà.
Alessandro Bonelli, 28 maggio 2024
*curatore della pagina satirica “Il proletariato bocconiano”
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