Papa Francesco verrà dimesso domani, 23 marzo, dal Policlinico Gemelli di Roma, dove è ricoverato dal 14 febbraio per una polmonite bilaterale. Lo hanno annunciato i medici dell’equipe che lo segue, guidata dal professor Sergio Alfieri. Il Pontefice tornerà nella sua residenza a Santa Marta, in Vaticano, ma dovrà affrontare un periodo di convalescenza di almeno due mesi. Durante questo tempo, continuerà la riabilitazione motoria e respiratoria, oltre alle terapie farmacologiche per via orale.
Le infezioni e il miglioramento
Le infezioni più gravi, tra cui la polmonite bilaterale, sono state risolte. Tuttavia, alcuni virus e miceti sono ancora presenti e richiederanno tempo per essere completamente eliminati. I medici hanno spiegato che il Papa non è mai stato intubato, ma ha affrontato due episodi in cui è stato in pericolo di vita. Non ha mai avuto il Covid e non è diabetico. Negli ultimi giorni, il Santo Padre ha mostrato un miglioramento significativo, tanto da chiedere ai medici: “Quando torno a casa?”.
Il recupero della voce e l’umore
Uno degli aspetti più delicati del recupero riguarda la voce. I medici hanno dichiarato che le tempistiche per il pieno recupero della parola sono difficili da prevedere, ma i progressi fatti finora lasciano ben sperare. Il cardinale argentino Victor Manuel Fernandez ha aggiunto che il Papa dovrà “re-imparare quasi a parlare” a causa dell’uso prolungato di ossigeno ad alti flussi. Durante il ricovero, il Pontefice ha mantenuto un buon umore, scherzando con i medici e dimostrando di essere in ripresa.
L’Angelus e il saluto ai fedeli
Domani, durante l’Angelus, Papa Francesco si affaccerà dal Policlinico Gemelli per un breve saluto e una benedizione ai fedeli. Questo momento segnerà l’inizio del suo ritorno a Santa Marta. Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa vaticana, ha confermato che il Santo Padre prenderà la strada per il Vaticano “appena possibile”.
La convalescenza a Santa Marta
La dimissione è definita “protetta”, poiché il Papa avrà bisogno di ossigeno e di un ambiente sicuro per evitare ulteriori infezioni. I medici hanno sottolineato che l’ospedale non è il luogo ideale per continuare la convalescenza, data la maggiore esposizione a virus e batteri. A Santa Marta, il Pontefice sarà seguito da un servizio di emergenza attivo 24 ore su 24 e dovrà evitare sforzi e incontri con gruppi di persone, soprattutto con bambini piccoli, per ridurre i rischi di contagio.
Il futuro prossimo
Nei prossimi due mesi, Papa Francesco non avrà impegni ufficiali e il suo ritorno alle attività sarà graduale. I medici hanno consigliato riposo e una ripresa lenta, per permettere al suo corpo di completare il processo di guarigione. Il Santo Padre ha già ripreso a scrivere e a mangiare regolarmente, segnali positivi che indicano una ripresa in corso.