Paradosso green: l’ambientalista Gualtieri abbatte i pini di Roma

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Certo che le amministrazioni di sinistra sono tutte così tanto green e poi sono le prime con la motosega in mano. E che il New York Times si occupi dei pini di Roma, la dice lunga. Quei famosi pini a ombrello, caratteristici della capitale, stanno scomparendo. L’articolo apparso sul quotidiano online è del 13 agosto scorso ed è stato redatto da Elisabetta Povoledo.

“Gli iconici pini a ombrello di Roma minacciati dai parassiti e dall’ascia”, recita il titolo. E poi ancora: “Mentre un insetto invasivo ha la responsabilità di aver messo in pericolo un amato simbolo di Roma, i critici puntano il dito anche contro l’amministrazione comunale”. Noi, abbiamo tentato di capirci qualcosa di più. Ci siamo messi in contatto con Jacopa Stinchelli, attivista in difesa dei pini domestici. “A Roma la giunta Gualtieri – ci dice – vanta un triste primato di abbattimento di grandi alberi. La mattanza dei pini (inaugurata dall’amministrazione Raggi) prosegue di pari passo con una gestione caotica e incompetente del verde pubblico. Se si va avanti così, altro che capitale più verde d’Europa. Gli ordini di abbattimento sono continui in questi mesi, nonostante il periodo lo vieti”.

Stinchelli giura che solo “nell’ultimo mese di luglio siano stati 15 i grandi alberi abbattuti tra Piazza Venezia, Campidoglio e Fori Imperiali”. “Il fenomeno è dilagante – spiega – non facciamo in tempo a studiare un caso che ne partono altri. I pini vengono eliminati in massa avvalendosi di pareri speditivi e insufficienti, senza un piano per ripristinarli. La nostra protesta è partita inizialmente dalle cure negate (endoterapie) e dalle potature dannose per i pini (motoseghe che li tagliano e deturpano rendendoli scopettini cagionevoli). Ma l’altro grande nemico sono i cantieri senza vigilanza dove vengono danneggiate le radici.”

Non c’è un censimento esatto di quanti pini siano stati abbattuti di recente a Roma, ma è sorto un comitato per la loro salvaguardia e gli attivisti sostengono che negli ultimi due anni siano stati abbattuti almeno 4000 alberi che forse potevano essere curati. A determinarne la strage anche un parassita invasivo, un insetto noto come cocciniglia dei pini, e che ha già ucciso molti alberi. Questo insetto, proveniente dal Nord America, è stato avvistato per la prima volta in Italia a Napoli nel 2014 e poi si è diffuso rapidamente. Il metodo principale per contrastarlo sarebbe quello di iniettare uno speciale insetticida nell’albero per uccidere la popolazione femminile.

La regione nella primavera del 2021 aveva predisposto alcune linee guida. Da allora c’è stata un’accelerazione nel trattamento, a base di abamectina, un insetticida iniettato applicando dei fori sui tronchi. Ma a quanto pare il problema non è stato risolto anche perché i rami tagliati sono veicolo di diffusione del virus. I ricercatori stanno anche valutando la possibilità di far arrivare proprio dal Nord America predatori naturali del parassita, a patto che questo non sia un danno per l’ambiente circostante.

Secondo alcuni attivisti e critici, però, la colpa della strage dei pini non sarebbe solo da attribuire all’ospite indesiderato, ma anche alle amministrazioni comunali che si sono via via succedute, e quindi Raggi e Gualtieri, e che avrebbero dato il via all’abbattimento di alcuni alberi che potevano essere salvati. Non si è fatto abbastanza in sostanza. E nemmeno in tempo. Il comune continua a dire che per quelle piante, così come quelli rimosse in Piazza Venezia, nulla si poteva fare. Erano già morte.

Scrive sempre il New York Times che Alessandro Cremona Urbani, ha detto che centinaia di alberi sono andati persi nel suo elegante quartiere di Viale Trieste. Ha mappato gli alberi mancanti su un’app e vuole sapere perché sono spariti. “Gli alberi non si suicidano”, ha detto Cremona Urbani. “Non cadono da soli”. Anche perché questi pini oltre a essere celebrati nelle opere, vedi il Respighi, o nelle canzoni, prendi Venditti Come pini di Roma, la vita non li spezza, questa notte è ancora nostra”, sono importanti anche per l’ambiente circostante, offrono ombra, riparo; filtrano l’inquinamento.

Italia Nostra a marzo scorso aveva invocato un cambio di passo dell’amministrazione nel contrasto al parassita. Gualtieri non basta.

Serenella Bettin, 17 agosto 2023

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