L'affondo dell'Accademia

“Parla come mangi”. La Crusca bacchetta Bianchi e Speranza

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Pubblichiamo il comunicato del Gruppo Incipit dell’Accademia della Crusca, che “si occupa di esaminare e valutare neologismi e forestierismi ‘incipienti’, scelti tra quelli impiegati nel campo della vita civile e sociale, nella fase in cui si affacciano alla lingua italiana, al fine di proporre eventuali sostituenti italiani”. Nel mirino dell’Accademia, stavolta, una circolare del ministero della Salute e di quello dell’Istruzione. La sintesi potrebbe essere: cara pubblica amministrazione, parla come mangi.

Il 5 agosto 2022 sono state diramate, senza firma, ma con i loghi dell’Istituto Superiore di Sanità, del Ministero della Salute, del Ministero dell’Istruzione e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, le «Indicazioni strategiche ad interim per la preparedness e readiness ai fini della mitigazione delle infezioni da SARS-CoV-2 in ambito scolastico (a.s. 2022-2023)». Già il titolo di questo documento, con i termini tecnici preparedness e readiness, sconosciuti alla quasi totalità degli italiani e di non facile interpretazione anche ricorrendo a dizionari inglesi, uniti al latinismo burocratico ad interim (con probabile allusione al fatto che si tratta di norme provvisorie, suscettibili di modifica), mostra un atteggiamento assolutamente refrattario alla buona comunicazione (per tacere, inoltre, del pesante “burocratese” della frase ai fini della mitigazione delle infezioni da SARS-CoV-2 in ambito scolastico).

Nel resto del documento ricorrono espressioni come setting scolastico, razionale nel significato inglese di rationale e non nel significato italiano, etichetta respiratoria per ‘igiene respiratoria’, e via dicendo. Inutile da parte nostra analizzare il documento, che ci pare pessimo nella veste linguistica oscura e farraginosa, perché l’operazione è stata già condotta molto bene e con grande tempismo da Licia Corbolante nel suo sito: blog.terminologiaetc.it.

Non ci resta che dichiarare il nostro pieno accordo con quanto la studiosa ha scritto e unirci all’invito a “fare di meglio” che Licia Corbolante ha rivolto ai ministeri coinvolti, invitandoli, semplicemente, a usare la lingua italiana. Facciamo notare che quello esaminato non è un documento interno per addetti ai lavori, ma un elenco di azioni che dovranno essere applicate in tutt’Italia da dirigenti scolastici e insegnanti. Lo specialismo esagerato e immotivato, con conseguente ricorso a prestiti non adattati e a calchi approssimativi dall’inglese, non trova in questo caso alcuna giustificazione plausibile, e la critica deve essere netta e severa.

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