Pronti, via. La XIX legislatura italiana inizia oggi alle 10.30. Doppio appuntamento per gli eletti a Camera e Senato in simultanea. Dopo i lavori di apertura, deputati e senatori voteranno i loro presidenti in quella che è a tutti gli effetti la prima partita veramente politica per il nascituro governo Meloni.
18.35 Il candidato della Lega è Lorenzo Fontana
La Lega ha deciso di puntare le sue carte su Lorenzo Fontana, già vicesegretario della Lega e ministro. Il braccio destro di Salvini per ora non si sbilancia (“la notte è lunga”), ma la scelta del Carroccio è su di lui. Giorgetti, invece, che pure era un possibile candidato, ha rimesso a Salvini il mandato per scegliere quale ministero affidargli alla formazione del governo. Tutto resta da capire se e come voterà Forza Italia.
18.30 Camera: Molinari esce di scena
Dopo la turbolenta elezione al Senato, adesso la partita si sposta alla Camera. Fino a ieri erano in salita le quote di Maurizio Molinari, che però adesso esce di scena. Lo ha comunicato Matteo Salvini poco fa: “Ho chiesto a Riccardo Molinari la disponibilità a proseguire il suo mandato da capogruppo della Lega a Montecitorio, nonostante avesse tutte le carte in regola per fare il Presidente della Camera – ha detto il Capitano – Molinari è stato e sarà il miglior capogruppo possibile, ruolo per me politicamente più rilevante per i prossimi cinque anni”.
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La decisione di Berlusconi: Ronzulli non sarà ministro (leggi qui)
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13.30 Senato: eletto La Russa. Il centrodestra tiene (ma litiga)
Ignazio La Russa viene eletto presidente del Senato con 116 voti. I presenti erano 187 (su 200), i votanti 186 e la maggioranza era fissata a 104. Ma nel centrodestra c’è qualche scaramuccia. Berlusconi e Casellati hanno partecipato alla votazione del Presidente del Senato, ma un pezzo del gruppo (capitanato da Licia Ronzulli) si è astenuto.
12.10 Camera: fumata nera, il centrodestra vota scheda bianca
Concluse le operazioni di voto del primo scrutinio alla Camera. Come previsto, fumata nera. Il centrodestra ha votato scheda bianca: ne sono state contate 368 schede bianche oltre a 10 nulle. Anche il centrosinistra aveva dato indicazione di votare scheda bianca. Meloni, Salvini e Berlusconi stanno lavorando ad un accordo su Molinari, ma tutto è rimandato a dopo la votazione al Senato.
11.10 Meloni: accordo su Molinari alla Camera. Poi pronto anche il governo
11.00 Meloni: “Centrodestra compatto”
Mentre i deputati del centrodestra voteranno scheda bianca alla Camera, in attesa del risultato del Senato, Giorgia Meloni esulta per il passo indietro di Calderoli. “Si dimostra semplicemente che, al di là delle normalissime interlocuzioni – dice – la maggioranza lavora per rimanere sempre compatta e per andare veloce”.
10.55 Berlusconi: “La Russa presidente? Credo si sì”
10.40 La Russa: “Ringrazio Calderoli”
L’accordo sul Senato sembra ormai cosa fatta. Il candidato Ignazio La Russa ringrazia Calderoli per il suo passo indietro: “È un gesto di grande generosità – dice – come me e forse più di me aveva i titoli. Lo ringrazio per la scelta, che è politica, rinnovandogli la mia gratitudine e amicizia”
10.18 Calderoli: “Faccio un passo indietro”
La svolta arriva prima dell’inizio del voto sul Senato. Lo “sfidante” di Ignazio La Russa, ovvero Roberto Calderoli, ha scelto di fare un passo indietro: “C’è l’accordo sul nome di La Russa. Volentieri faccio un passo indietro per il bene del paese”
10.00 Fratelli d’Italia ostenta sicurezza
Quasi tutti i big di Fdi, entrando alla Camera o al Senato, assicurano: la maggioranza è salda e un accordo c’è già. Nessuno si sbilancia sui voti. “Tutto procede bene, state tranquilli, faremo velocemente”, dice Meloni.
Qui sotto la spiegazione di come funziona l’elezione dei presidenti.
Il voto al Senato
L’attenzione è tutta rivolta al Senato, dove – come spesso accade – i numeri della maggioranza sono più risicati e dove i franchi tiratori sono sempre in agguato. In apertura di seduta la senatrice a vita Liliana Segre veste i panni di presidente temporaneo in virtù del fatto che è la più anziana in Aula (Napolitano, cui sarebbe spettato questo ruolo, non sarà presente per motivi di salute). Dopo il discorso di apertura, gli eletti inizieranno le operazioni di voto. I senatori verranno chiamati, scriveranno il nome del presidente su un foglietto di carta e lo depositeranno nell’urna. Le operazioni dovrebbero concludersi in due ore circa per poi procedere con lo scrutinio.
La battaglia sarà calda sin da subito: a Palazzo Madama sin dai primi due scrutini è sufficiente la maggioranza assoluta degli eletti e dei senatori a vita. Bastano quindi 104 voti per essere eletti. Numeri alla mano, a meno di franchi tiratori e mancate intese nell’alleanza, il centrodestra ha i numeri per eleggere subito il proprio presidente. In lizza c’è Ignazio La Russa, arrivato sul tavolo dei leader insieme a Roberto Calderoli. Se nessuno dei due dovesse ottenere la maggioranza, dalla terza votazione (domani) si procederà al ballottaggio tra i due più votati.
L’elezione alla Camera
Più lunghe invece le operazioni di voto alla Camera. La seduta alla Camera inizia alle 10. A presiederla, sempre per ordine di anzianità, sarà il renziano Ettore Rosato: dopo la costituzione dell’Ufficio provvisorio di presidenza e della Giunta per le elezioni provvisoria si inizierà con la chiama dei deputati. Anche a Montecitorio, il voto è segreto. Oggi si dovrebbero tenere tre scrutini in cui l’asticella per l’elezione del presidente è piuttosto alta. Al primo scrutinio occorre il quorum dei due terzi degli eletti, al secondo e al terzo “bastano” i due terzi dei presenti. Il centrodestra non ha tutti i voti necessari. Ad oggi può contare su 254 seggi e il primo quorum è fissato a 267. A meno di accordi (improbabili) con il Terzo Polo, la sfida dovrebbe essere rimandata a domani quando basterà la maggioranza assoluta. In pole position c’è il leghista Maurizio Molinari. Ma tutto, ovviamente, dipende da cosa uscirà in giornata dal Senato.
La parola d’ordine, per il centrodestra, è: non ripetere gli errori commessi alle elezioni per il Colle.