Anche rendere chiaro che il “re è nudo”,richiede un’esercizio retorico. La sua nudità è chiarissima da molti anni. Direi dalla discesa in campo berlusconiana. Nel Berlusconi molti posero la fiducia di un cambiamento in chiave,più che liberale,verso un liberalsocialismo alla Ralf Dahrendorf dove la coesione sociale era legata ad una competitività effettiva in ogni campo. Il post manipulite,creò per tale opzione un campo “riverginato” occupato da una magistratura ancora aliena dal declino giustizialista,ma incapace di andare oltre alla facciata del marciume fermandosi alla rimozione partitica,senza intaccare l’apparato dirigenziale burocratico che si rifugiò dietro le gonne della “Sacra Carta” interpretata,in ottica prettamente giurista vista la mancanza di una controparte politica,dalla consulta. Credo pure irrealistica la visione che si dette,dopo il rapido ripiego del Berlusconi verso il mantenimento del suo particulare,di una magistratura comunista che salvo il pci. Anche il pci ebbe le sue inchieste giudiziarie,ma in parte per uno “spirito di corpo” dei suoi indagati che si assunsero la galera restando omertosi sui passaggi rilevanti delle inchieste e in parte dal momento che diedero carta bianca all’apparato burocratico di portare a termine la transizione verso la seconda repubblica. Credo che sia stato dare,per una visione di societa iperstatalista che il pci incarnava,codesto “onere” al lupo di vegliare l’agnello,che si deve la deriva giudiziario-burocratica che ancora oggi nn riusciamo ad arginare. Ci… Leggi il resto »
Emanuele
7 Marzo 2019, 19:29 19:29
Per ridurre la spesa pubblica, concetto che la sinistra ripete fino alla noia, bisognerebbe trasformare il dipendente pubblico inutile (costo) in dipendente privato (ricavo) e con i soldi risparmiati e incassati riusciremmo persino a dare uno stipendio decente a chi per lo Stato (noi) lavora e magari anche strumenti adeguati. La domanda (retorica) è: quale partito è disposto a rinunciare a più di 3 milioni di voti per sostenere questa tesi?
Ivo Biavaschi
7 Marzo 2019, 17:50 17:50
Complimenti per l’articolo.
Ronald Reagan: “lo Stato non è la soluzione dei nostri problemi, bensì è lo Stato il nostro problema” .
Margaret Thatcher: “non esistono soldi pubblici, sono sempre soldi dei cittadini”.
Queste semplici verità sono generalmente ignote od incomprese in Italia, quindi rassegnamoci ad un lento ma costante declino.
Paolo
7 Marzo 2019, 17:46 17:46
L’illusoria convinzione che dal ‘centro di comando statale’ si possa tramite bacchetta magica ‘volontaristica’ (basta dire: ‘creiamo’ il lavoro ed esso magicamente compare dal nulla. Oppure: retribuzioni e/o prezzi sono troppo bassi e/o alti e questi magicamente diventano variabili indipendenti. E così via fino ad arrivare a follie costruttiviste e palingenetiche) intervenire su tutto e tutto risolvere, è certo più perniciosa della tassa in sé e per sé – anche perché rende quest’ultima inefficace, inefficiente, inutile, dannosa, iniqua. Sconfortante è che tale atteggiamento sia in Italia – ma anche in Francia, a dispetto di quanto si può credere, molto meno, tutto sommato, in Germania ma anche nelle socialdemocrazie scandinave, ormai – così diffuso e trasversale, sia tra le élite che tra gli elettori tutti.
Ottimo. Perchè la gente non lo capisce?
Anche rendere chiaro che il “re è nudo”,richiede un’esercizio retorico. La sua nudità è chiarissima da molti anni. Direi dalla discesa in campo berlusconiana. Nel Berlusconi molti posero la fiducia di un cambiamento in chiave,più che liberale,verso un liberalsocialismo alla Ralf Dahrendorf dove la coesione sociale era legata ad una competitività effettiva in ogni campo. Il post manipulite,creò per tale opzione un campo “riverginato” occupato da una magistratura ancora aliena dal declino giustizialista,ma incapace di andare oltre alla facciata del marciume fermandosi alla rimozione partitica,senza intaccare l’apparato dirigenziale burocratico che si rifugiò dietro le gonne della “Sacra Carta” interpretata,in ottica prettamente giurista vista la mancanza di una controparte politica,dalla consulta. Credo pure irrealistica la visione che si dette,dopo il rapido ripiego del Berlusconi verso il mantenimento del suo particulare,di una magistratura comunista che salvo il pci. Anche il pci ebbe le sue inchieste giudiziarie,ma in parte per uno “spirito di corpo” dei suoi indagati che si assunsero la galera restando omertosi sui passaggi rilevanti delle inchieste e in parte dal momento che diedero carta bianca all’apparato burocratico di portare a termine la transizione verso la seconda repubblica. Credo che sia stato dare,per una visione di societa iperstatalista che il pci incarnava,codesto “onere” al lupo di vegliare l’agnello,che si deve la deriva giudiziario-burocratica che ancora oggi nn riusciamo ad arginare. Ci… Leggi il resto »
Per ridurre la spesa pubblica, concetto che la sinistra ripete fino alla noia, bisognerebbe trasformare il dipendente pubblico inutile (costo) in dipendente privato (ricavo) e con i soldi risparmiati e incassati riusciremmo persino a dare uno stipendio decente a chi per lo Stato (noi) lavora e magari anche strumenti adeguati. La domanda (retorica) è: quale partito è disposto a rinunciare a più di 3 milioni di voti per sostenere questa tesi?
Complimenti per l’articolo.
Ronald Reagan: “lo Stato non è la soluzione dei nostri problemi, bensì è lo Stato il nostro problema” .
Margaret Thatcher: “non esistono soldi pubblici, sono sempre soldi dei cittadini”.
Queste semplici verità sono generalmente ignote od incomprese in Italia, quindi rassegnamoci ad un lento ma costante declino.
L’illusoria convinzione che dal ‘centro di comando statale’ si possa tramite bacchetta magica ‘volontaristica’ (basta dire: ‘creiamo’ il lavoro ed esso magicamente compare dal nulla. Oppure: retribuzioni e/o prezzi sono troppo bassi e/o alti e questi magicamente diventano variabili indipendenti. E così via fino ad arrivare a follie costruttiviste e palingenetiche) intervenire su tutto e tutto risolvere, è certo più perniciosa della tassa in sé e per sé – anche perché rende quest’ultima inefficace, inefficiente, inutile, dannosa, iniqua. Sconfortante è che tale atteggiamento sia in Italia – ma anche in Francia, a dispetto di quanto si può credere, molto meno, tutto sommato, in Germania ma anche nelle socialdemocrazie scandinave, ormai – così diffuso e trasversale, sia tra le élite che tra gli elettori tutti.