Pass sanitario? Incostituzionale

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di Carlo Toto

Senza ombra di dubbio la libertà personale è il fondamento di ogni civiltà. Nell’era della pandemia i diritti garantiti spesso sono stati soppressi in nome della tutela della salute, ma questa forma di “pensiero unico” ha scaturito dure critiche anche a livello internazionale. Ad esempio, nell’aprile 2020 l’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet ammonì i paesi a rispettare lo stato di diritto durante la pandemia da coronavirus, limitando nel tempo le misure eccezionali, al fine di evitare una “catastrofe” per i diritti umani, ma anche il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in un intervento scritto per il The Guardian denunciò in seguito il rischio di una vera “pandemia di diritti umani”.

Le restrizioni cambiano volto

Dal 26 sarà possibile spostarsi tra le Regioni gialle. Per andare da queste in quelle arancioni o rosse potrebbe servire quello che il presidente Mario Draghi ha definito pass. Si tratta di una anticipazione del passaporto sanitario che l’Europa varerà tra giugno e luglio. Siamo felici nel vedere un segno che avvia un cambio di paradigma e nell’osservare finalmente con gioia un progetto politico che punta alle riaperture, ma questo non dovrebbe portare al suo interno indirettamente nuove forme di restrizioni. Sul pass sanitario nutriamo alcune perplessità, oltre a limitare la libertà personale, potrebbe entrare in contrasto con l’articolo 3 della nostra Costituzione creando discriminazioni. L’articolo 3 della Costituzione cita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Arriva il pass sanitario

Per il momento il pass sarà cartaceo, più avanti diventerà digitale. Servirà per muoversi e per essere presenti a eventi speciali. Si torna a mangiare nei locali, purché abbiano i tavoli esterni. Le ultime ripartenze saranno quelle delle palestre a giugno e di fiere e congressi a luglio. Ma gradualmente riapriranno tutte le attività: in primis le scuole, ma anche cinema, teatri, musei, piscine e stabilimenti balneari. Ecco il calendario del ritorno alla normalità.

Per spostarsi, ma anche per partecipare a eventi particolari, sarà necessario provare di aver avuto la malattia da meno di 6 mesi (con un certificato medico), essere vaccinati o aver fatto un tampone nelle 48 ore precedenti. L’attestazione varrà per gli italiani e per chi arriva dall’estero. Sono state coinvolte Poste per digitalizzarlo, ma ci vorrà tempo.

Comprendiamo la necessità di aprire con delle precauzioni, ma restiamo nell’ottica della tutela dei diritti umani e della libertà, fondamenta di una società civile rivolta con lo sguardo verso il benessere generale di tutti i cittadini.

 

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