di Antonino Donato
Ebbene si cari amici, dopo interminabili mesi, quasi un anno ormai a dirla tutta, finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel, la speranza tanto attesa prende forma.
Il vaccino anti Covid-19 è realtà. Ogni singolo giorno vissuto in questo surreale limbo dantesco, iniziato lo scorso marzo, ci siamo sentiti ripetere, senza soluzione di continuità, da virologi, giornalisti, rappresentanti delle istituzioni e tuttologi più o meno improvvisati: “Dobbiamo resistere finché non si troverà un vaccino”. Bene, quel fatidico giorno è arrivato. Il 27 dicembre 2020 è stato il “Vaccine Day”, data che rimarrà indelebile nella storia come una sorta di 25 Aprile 2.0, la liberazione dell’Europa tutta dal male del secolo, anzi del millennio.
Vaccino, domande frequenti
Fatta la dovuta premessa poetica e ironicamente celebrativa, le domande da porsi sorgono spontanee e sono ovviamente molteplici. Questo vaccino sarà affidabile? Avrà passato tutti i controlli di routine a cui vengono sottoposti i suoi simili meno celebri? Ci renderà davvero immuni contro una malattia che è pur sempre un’influenza e quindi soggetta a continui mutamenti? Avrà degli effetti collaterali? Sarà meglio quello TeutoAmericano o quello AngloOxfordiano? Quello Cinese o quello Russo?
Eh si amici miei, avete capito bene. Non esiste infatti un unico, solo e miracoloso vaccino, come noi amanti dei film Hollywoodiani più catastrofici ci eravamo immaginati, ma svariate qualità provenienti da diversi angoli del globo terracqueo catalogati per efficacia, incidenza e prezzo al consumatore. Una sorta di “menù a la carte” per i gusti e le tasche di tutte le nazioni pronte a fare follie pur di mettere le mani su questa nuova panacea di tutti i mali neanche fossero sedicenni accampati fuori da un Apple Store la notte prima dell’uscita del nuovo Iphone.
A questi sacrosanti interrogativi, difficilmente troveremo risposta, e anche qualora la trovassimo, sappiamo bene che non si tratterà di quella sincera e trasparente. Gli stessi personaggi di cui sopra, da adesso in poi, non parleranno più di mascherine, assembramenti, comportamenti responsabili ed esempi di virtù, ma diverranno in men che non si dica i nuovi guru mondiali dei vaccini, nonché profetici oracoli a cui affidare i nostri caduchi e precari destini. Non faranno che rassicurarci sull’assoluta affidabilità dei farmaci in questione e ci diranno di stare assolutamente sereni perché ognuno di noi, al momento opportuno, riceverà la dose che gli spetta di diritto e potrà finalmente far parte del nuovo mondo perfetto e immune dove ci si potrà abbracciare, baciare e stringere la mano senza timore alcuno.
AAA, cercasi patentino sanitario
Ovviamente la vaccinazione non sarà obbligatoria, ci mancherebbe, perché ognuno deve sentirsi libero di far valere la propria morale e scegliere cosa introdurre o meno nel proprio corpo. Però ecco…Però è chiaro che chi rifiuterà di vaccinarsi dovrà assumersi le proprie responsabilità. Un infermiere che rifiuterà il vaccino non potrà più lavorare in ospedale, una maestra che non si vaccinerà non potrà più insegnare e un marittimo che sceglierà di non fare il vaccino non potrà più navigare. Ma soprattutto chi rifiuterà, sempre legittimamente per carità, di vaccinarsi, non avrà accesso al tanto auspicato e acclamato “patentino sanitario”, unico requisito universale del nuovo “mondo normale” per cui si potrà lavorare, prendere aerei, treni, traghetti, autobus, andare a teatro, al cinema, in discoteca, ai concerti, al bar e nei ristoranti di tutto il mondo, ma senza il quale si potrà invece praticamente stare solo ed esclusivamente in casa propria.
A questo punto, però, non può che sorgere spontanea una domanda: come la mettiamo con quelle persone, più o meno giovani, che non vedono l’ora di vaccinarsi ma che sono state rilegate in fondo alla lista e riceveranno la loro dose Dio solo sa quando? Mentre la prossima primavera gli ottantenni con il “patentino” inizieranno ad affollare aerei, cinema e teatri, che ne sarà dei ventenni, trentenni e quarantenni che non ce l’anno ancora, non perché No vax o obiettori di coscienza, ma piuttosto perché vittime dell’inefficienza e della totale incapacità di chi sta gestendo la campagna vaccinale sventolando primule anziché scatenare uno tsunami immunizzante?
Non rischiamo di vivere una sorta di “moderna Apartheid” dove alla base della discriminazione ci sarà, non più il colore della pelle, ma bensì il patentino e tutto ciò che ne consegue? Continueremo ad essere così assuefatti e lobotomizzati da tutta questa assurda realtà tanto da giustificare eventuali autobus, treni, aerei, locali, cinema e financo panchine per soli vaccinati? Io non mi meraviglierei affatto se nei prossimi mesi dovesse verificarsi uno scenario simile.
Dopo tutto viviamo in un paese in cui nell’ultimo anno è stata totalmente abolita la libertà e dove vieni insultato, definito irresponsabile o tacciato di negazionismo se non ti accodi, da bravo pecorone, a tutti gli altri che seguono il pensiero unico del virus, l’unico gregge senza immunità.