Politiche green

Patrimoniale, prelievi e sussidi: il piano horror dei verdi

La proposta di legge di Verdi – Sinistra Italiana: “Patrimoniali, reddito di formazione e prelievi” per la transizione ecologica

Il fantastico mondo ecologista di Verdi – Sinistra Italiana è tornato alla ribalta. Questa volta Bonelli e compagnia ci vengono a spiegare quale sarebbe il percorso ideale dell’Italia per fronteggiare la transizione ecologica. E voi direte? Una transizione ambientale che si accomuna alla sostenibilità economica, a tutela di produttori e consumatori? Macché, è la solita ricetta eco-estremista con tratti rossi-comunisti.

Patrimoniale e stop ai jet

Partiamo con la prima proposta del partito di Angelo Bonelli: lo stop ai jet. Un provvedimento che era già stato ventilato dalla sinistra durante la campagna elettorale delle scorse politiche 2022. Il problema da porsi, però, è il seguente: siamo veramente sicuri che i jet incidano in modo così drastico sul pianeta, posto il fatto – tanto per fare un nome – che in Cina si produce il 50 per cento del carbone a livello mondiale? Non sapremmo, ma a noi pare soprattutto una misura giustificata dall’eterno odio della sinistra nei confronti dei ricchi e della ricchezza. E sulla falsa riga spunta un altro intramontabile must dei progressisti: la patrimoniale.

Per approfondire:

Ebbene, prendiamo in considerazione solo il patrimonio immobiliare italiano, dopo un picco di 25 miliardi di patrimoniali (raggiunto col governo di Mario Monti), ad oggi gravano sugli italiani circa 21 miliardi di euro di patrimoniali. In questa situazione da ultra-tassazione, che colpisce soprattutto i privati, Verdi – Sinistra Italiana ci propongono l’istituzione di nuove patrimoniali, nonché pure un fondo da finanziare con gli extra profitti delle aziende e l’abolizione dei sussidi dannosi per l’ambiente.

Il piano dei Verdi

Insomma, è il classico trittico dell’ecologismo rosso: redistribuzione, tassazione e sussidi sparsi qua e là. Ciò che distingue nettamente chi proviene da radici socialiste (e comuniste) e chi arriva invece dal mondo liberale. Lo ha ben spiegato ieri anche il ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone: “Non bisogna attendere che lo Stato dia un sussidio. Bisogna rendersi parte attiva per cercare il lavoro”. Ed è proprio da qui che agisce la mossa tranchant dell’esecutivo Meloni sul reddito di cittadinanza.

Caso lampante è la Campania, dove su 25mila redditi di cittadinanza elargiti si affiancano però 108mila posti di lavoro. Spoiler: nessuno si presenta. Meglio stare a casa con il sussidietto di Stato. Ovviamente, ai militanti ecologisti questo non interessa. Lavoro contro assistenzialismo, e la scelta del progressismo ricadrà sempre e comunque sul secondo.

Matteo Milanesi, 4 agosto 2023