Politica

Pd e M5S partiti dell’aria fritta. Ma una cosa Meloni la deve temere

Giorgia Meloni Pd Elezioni comunali

In attesa dei risultati definitivi del primo turno in Sicilia e Sardegna, dove per lo spoglio occorre più tempo a causa dei voti di lista e delle preferenze, ai ballottaggi nel resto del Paese il centrodestra ha trionfato ovunque.

Il risultato del ballottaggi

La coalizione di governo conferma città storicamente rosse come Massa, Pisa e Siena, mentre vince per la prima volta ad Ancona e strappa Brindisi, entrambe amministrate fino ad oggi da sindaci di centrosinistra. Con la particolarità che Ancona era amministrata dal centrosinistra sin dal 1993, cioè da quando esiste l’elezione diretta del sindaco. Il centrosinistra vince solo Vicenza, ma con un distacco di appena cinquecento voti circa. A Terni il centrodestra è battuto, ma da una coalizione di liste civiche e non dal Pd.

Il computo di queste amministrative, al pari delle elezioni regionali di febbraio e delle politiche di settembre scorso, va nettamente a favore della coalizione di governo. Il primo turno di due settimane fa si era concluso, tenendo conto delle sole novantuno città più grandi in cui si è votato, con 22 comuni al centrodestra, 16 al centrosinistra, 13 alle civiche e 40 al ballottaggio. Questo secondo turno si chiude con 18 comuni al centrodestra, 10 al centrosinistra e 12 alle civiche. Dei 7 capoluoghi di provincia che sono andati al ballottaggio, il centrodestra chiude con una netta vittoria di 5 a 1.

Alla faccia dell’effetto Schlein

I soliti commentatori che si alternano in Tv, che poi sono sempre gli stessi che non ne azzeccano una neanche a pagarli, parlano continuamente – sin da febbraio – di “effetto Schlein”, cioè di un probabile recupero del centrosinistra targato Pd-M5S grazie al vento di libertà (sono arrivati a dire anche questo) rappresentato dalla nuova segretaria dem. In realtà, dopo le primarie del Pd che incoronarono a febbraio Elly Schlein, il centrosinistra ha perso in modo impressionante le elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia – e ancor prima quelle in Lombardia e Lazio -, con distacchi in termini percentuali tra le due coalizioni nella forbice di 20-30 punti percentuali circa, poi anche queste amministrative.

Per approfondire

A cosa deve stare attenta la Meloni

E dire che solo l’anno scorso, esattamente di questi tempi, il Pd di Letta trionfava ai ballottaggi delle amministrative 2022 dopo una misurata sconfitta al primo turno. Gli italiani non credono più alle favolette dei sinistrati. Giorgia Meloni deve essere brava soltanto a non farsi distrarre dalle sirene del trionfo. In politica il consenso è oramai come una bandiera di stoffa, va dove tira il vento, senza più una logica di appartenenza. È sufficiente andare contro gli interessi della classe media che si perde il consenso elettorale nel giro di pochi mesi.

Nota dolente l’affluenza, che si ferma poco sotto il 50%, 9 punti percentuali in meno rispetto al primo turno. Un tempo l’astensione avvantaggiava il centrosinistra (storicamente i militanti di sinistra votavano sempre), oggi avvantaggia il centrodestra. Il motivo, in realtà, va ricercato nella sempre maggiore disaffezione dei cittadini alla politica, anche a quella comunale, oramai anch’essa inadeguata a soddisfare le esigenze della collettività. Una disaffezione che colpisce gli elettori di una parte e dell’altra in egual misura, con la sola particolarità che i giovani e gli storici militanti di sinistra non votano più Pd come invece accadeva fino a qualche anno fa.

Assente ingiustificato di queste amministrative è il M5S: scomparso al primo turno, del tutto inutile per l’alleato dem al secondo turno. Conte sopravvive politicamente a livello nazionale solo per quel che resta del reddito di cittadinanza, mentre a livello locale vale molto meno di una lista civica. E in Sicilia e Sardegna, al netto di quelli che saranno i risultati definitivi di stanotte, il centrodestra sta vincendo praticamente dappertutto. Feudo fino a pochi anni fa del M5S, e ancor prima del Pd, anche la Sicilia ha deciso di dare fiducia all’attuale Presidente del Consiglio.

Se Pd e M5S continueranno a parlare di aria fritta invece che di temi concreti, tanto a livello nazionale quanto a livello locale il Paese continuerà a concedere a Meloni e ai partiti della sua coalizione l’apertura della linea di credito politica attivata il 25 settembre dell’anno scorso.

Paolo Becchi e Giuseppe Palma , 30 maggio 2023