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Pd, Schlein in tilt: abbraccia Conte (ma non sa che pesci prendere)

I dem divisi sulla riforma della giustizia con la neo segretaria che si contraddice sulla presenza nella piazza 5stelle

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Il Partito democratico è nel caos, e il suo segretario non sa più che pesci pigliare. Potrebbe essere così fotografata la situazione attuale in casa dem. Dalle parti del Nazareno la confusione sembra infatti regnare sovrana, scontri e divisioni sono ormai all’ordine del giorno, e i grattacapi per Elly Schlein sono talmente tanti da mandarla letteralmente in tilt. Prova ne è il teatrino inscenato nelle ultime ore in merito alla sua partecipazione alla manifestazione organizzata a Roma dal suo alleato Giuseppe Conte.

Mentre fino alla tarda serata di ieri sembrava ormai certo che il segretario dem non avrebbe partecipato (era prevista la partecipazione di una delegazione composta da Marco Furfaro e Alfredo D’Attorre), nella mattinata di oggi la Schlein ha improvvisamente cambiato idea, complice, a quanto pare, una telefonata con il leader dei Cinque stelle. Evidentemente nemmeno Elly sa resistere al fascino letale di Giuseppi. E così tutti a Roma a manifestare. D’altronde, si sa, ogni occasione è buona per criticare il governo dei cattivoni di destra. Anche quando, come in questo caso, non si ha né la convinzione né la consapevolezza del perché si manifesta.

Ma le contraddizioni targate Pd non finiscono certo qui. Un tema in particolare sembra agitare (e non poco) le acque in casa dem: l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. Da una parte la segreteria del partito, che si schiera apertamente contro il disegno di legge portato in Consiglio dei ministri dal Guardasigilli Carlo Nordio. Dall’altra sindaci e amministratori locali, che, dopo anni di richieste cadute regolarmente nel vuoto, possono finalmente esultare per il provvedimento fortemente voluto dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. E infatti lo fanno, esultano, come nel caso del primo cittadino di Pesaro, Matteo Ricci, che parla senza mezzi termini di “vittoria”.

Ma non è certo il solo. L’opinione di Ricci è largamente condivisa anche da altri suoi colleghi di centrosinistra: da Antonio Decaro a Giorgio Gori, da Dario Nardella a Vincenzo De Luca, per arrivare finanche a Beppe Sala. Tutti d’accordo. E stavolta poco importa se al governo c’è un esecutivo di centrodestra. Troppo importante il provvedimento per le amministrazioni locali per potersi permettere il lusso di perdere una tale occasione. Ovviamente la stessa cosa non può dirsi per Elly Schlein e la segreteria dem, che prontamente hanno bocciato il provvedimento in quanto, a loro dire, metterebbe addirittura a rischio i rapporti con l’Europa e il Pnrr.

Insomma, è in atto una spaccatura bella e buona tra la dirigenza dem e la base, che mette a nudo tutte le fragilità di un partito che, anche in questa occasione, si trova pericolosamente a rincorrere Giuseppe Conte e il suo Movimento sullo scivoloso terreno della giustizia. Un Pd in perenne crisi d’identità, dunque, vittima di sé stesso e delle proprie alleanze, e sempre più incapace di fornire risposte concrete alla propria base e di contrastare lo strapotere della coalizione di centrodestra.

Salvatore Di Bartolo, 17 giugno 2023