È stata una giornata asiatica di fuoco, quella intercorsa oggi tra Cina e Taiwan, dopo l’arrivo di Nancy Pelosi nella capitale dell’isola di Formosa. Una visita che sa tanto di escalation, visto le numerose mobilitazioni cinesi, ancor prima dell’arrivo della presidente del Congresso a Taipei.
Stasera, dalle parole si è passati ai fatti: la Cina ha cominciato a sganciare i primi missili ed i primi colpi di artiglieria contro il lato est di Taiwan. Come abbiamo riportato in questa lunga giornata, su nicolaporro.it, le possibili alternative d’attacco di Pechino erano ridotte essenzialmente a due. Da una parte, un’offensiva anfibia, nei confronti delle isolette di Taiwan più vicine alla terraferma cinese – alcuni arcipelaghi taiwanesi distano solo due chilometri dalla frontiera del Dragone. Dall’altra, un sofisticato lancio di missili e colpi di artiglieria. Stando alle notizie riportate dai media locali, la dittatura comunista sembra aver preferito quest’ultima soluzione. Ed il Global Times ne offre prova concreta.
#PLA started to commence joint drills surrounding Taiwan, featuring J-20 stealth fighter jets and test firing of conventional missiles that analysts said would fly over the island, right after #Pelosi‘s landing on the island late Tuesday. https://t.co/Y9MQoB3B2V
— Global Times (@globaltimesnews) August 2, 2022
L’offensiva della Cina
Nel frattempo, le forze militari cinesi non sembrano intenzionate a fermarsi. Dopo l’accerchiamento in sei punti diversi dell’isola di Formosa – pure questa notizia la abbiamo pubblicata tempestivamente nella nostra diretta, del tutto esclusiva – il comando dell’Esercito Popolare di Liberazione ha iniziato esercitazioni anche via terra, così come riporta Nexta, tra le piattaforme più seguite ed accreditate dell’Europa orientale e dell’Asia.
Chinese media: the command of the People’s Liberation Army of #China in the east of the country begins an operation (exercises) around the island of #Taiwan. pic.twitter.com/Zz60Ku8mB7
— NEXTA (@nexta_tv) August 2, 2022
I ministri cinesi, rispettivamente della Difesa e degli Esteri, hanno promesso successive “misure militari mirate” contro l’isola di Formosa. Il Global Times specifica come “le contromisure della Cina non saranno una tantum, bensì una combinazione di azioni a lungo termine, risolute ed in costante avanzamento”. Proviamo a decifrare il messaggio implicito: Pechino non procederà ad un’aggressione totale nei confronti di Taipei, almeno fino a quando Nancy Pelosi è sull’isola; ma alla fine della sua visita, ecco che questa potrebbe essere il pretesto per iniziare la vera e propria offensiva, e dare avvio alla riconquista di uno Stato definito “colonia ribelle”, così tanto agognata in questi anni.
Nel frattempo, il vice ministro degli Esteri cinese ha già convocato l’ambasciatore americano, per protestare contro la presenza della Pelosi su territorio taiwanese. Non è neanche esclusa una sua espulsione nelle prossime ore.
Matteo Milanesi, 2 agosto 2022