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Pensioni, ecco fino a quale età dovremmo lavorare - Seconda parte

Per chiudere ci chiediamo: sarà possibile attuare in Italia riforme così forti? Un ministro, con mandato all’economia, qualche hanno fa mi disse a microfoni spenti: “nessun governo racconterà mai la verità sulle pensioni. Sulle pensioni qualunque governo rischia lo schianto, per cui si lascerà il cerino sempre nelle mani di chi verrà dopo.

Ma quel cerino resterà nelle nostre mani, nelle mani di chi non avrà abbastanza risorse per vivere, almeno dignitosamente, la parte conclusiva della propria vita.

La nonna pugliese che qualche settimana fa ha lasciato questa Terra a 116 anni prendeva la pensione da quando ne aveva 60. Sono 56 anni. Comprendete che con l’innalzamento della speranza di vita media sono cambiato tutte le regole del gioco? Capite che se non si impara a giocare  con le nuove regole,  a cominciare dall’immigrazione “sostenibile il “gioco” è finito?

E’ tutta una questione di cultura.

“La Svezia -ha affermato Palmer- è una società relativamente egualitaria e questo ha molto a che fare con l’educazione prescolare. Tale approccio aiuta a liberare le donne, aiuta uomini e donne a condividere i ruoli. È essenziale garantire a tutti un uguale punto di partenza. Anche gli immigrati dalla Siria, che sono appena arrivati, ​​hanno questa opportunità. I loro figli sono immediatamente integrati nel sistema educativo e ciò rende più facile il lavoro di padri e madri. In questo modo, inoltre, viene ampliata la base imponibile e vengono generate le risorse necessarie per finanziare anche la spesa pensionistica”.

Italia. Non c’è più tempo.

Leopoldo Gasbarro, 7 luglio 2019

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