Per 90 minuti sono stato Berlusconi, non è capitato a molti, a me è capitato. Era il ‘94 ed ho sostituito Berlusconi in un dibattito elettorale contro Michelini e Spaventa che erano suoi competitor nel collegio Lazio 1 a Roma centro.
Già questo la dice lunga sulla follia di Berlusconi, farsi sostituire da un giovane candidato di 33 anni, in un dibattito contro un giornalista famoso ed il Ministro del bilancio di Ciampi. Eppure mi arrivò una telefonata della sua segreteria che mi pregava di sostituire il Cavaliere, che era impossibilitato a partecipare al dibattito presso il Liceo Visconti.
Oggi mentre camminavo per il centro di Roma con le bandiere a mezz’asta, questo ricordo improvvisamente si è fatto strada nella mia memoria. Erano anni che non ci pensavo eppure improvvisamente è riemerso: interessante, surreale, strano e sgradevole.
Perché già allora era sgradevole essere Berlusconi o esserne il sostituto, per le antipatie, lo scetticismo e l’ironia che attirava.
Mi ricordo Spaventa elegantissimo, snobbissimo e visibilmente infastidito dalla sostituzione che, incarnando la fantastica sinistra chic di Occhetto, si limitava a non interloquire con me con l’unico argomento che Forza Italia non esisteva e non sarebbe esistita perchè era puro marketing da casalinghe, mentre Michelini più curiale si limitava a definire Berlusconi un pirata, ma già si preparava a passare con Forza Italia nel 1995 dopo essere stato ripescato nella quota proporzionale con il patto Segni.
Per approfondire
Insomma oggi mentre camminavo per Roma con le bandiere a mezz’asta a palazzo Chigi, al Senato e alla Camera, mi chiedevo se sarebbe stata la stessa cosa se al governo non ci fosse stato il centro destra incarnato da Giorgia Meloni.
Mi chiedevo se un governo diverso avrebbero avuto il coraggio di fare i funerali di Stato e di mettere le bandiere a mezz’asta per l’uomo che definivano corrotto, corruttore, pedofilo e mafioso. Per l’uomo al quale nulla è stato risparmiato: lo rivedo con il camice bianco fare assistenza agli anziani durante la sua condanna, umilmente con passione, con un inimitabile senso civico del dovere.
Non posso dire di averlo conosciuto bene ma ho passato una straordinaria serata nella sua casa di Arcore, guardando la trasmissione di Santoro che descriveva i club Forza Italia come pericolosi covi eversivi, prima che il nostro ospite presentasse a tutti noi candidati, il kit con la cravatta, il foulard e le cassette fatte da Antonio Martino, che ancora conservo.
Io non volevo e non potevo essere Berlusconi, ma sono bastati quei 90 minuti di dibattito nel ‘94 per capire cosa fosse il disprezzo e l’invidia che poi lo avrebbe accompagnato sino ad oggi. Mi è bastato ricordare i miei 90 minuti da Berlusconi, il disagio che provavo nel dover controbattere ad argomenti che nulla avevano a che fare con la politica, di combattere il tentativo di farti passare per un parvenue della politica indegno della loro attenzione o il dover rispondere a Spaventa che alla fine mi chiedeva come facesse un ragazzo bravo e preparato a credere a quel “venditore di pentole”.
Solo oggi ho capito come in quei pochi minuti già si stava preparando l’artiglieria che avrebbe cominciato a sparare un secondo dopo la vittoria e non avrebbe smesso sino a ieri.
Da domani l’ex Cavaliere (perchè anche quello sono stati capaci di togliergli) sarà un padre della Patria, osannato da molti nel tentativo di esorcizzarlo e rimpianto da pochi dei tanti che gli devono tutto.
Almeno speriamo che si fermi la macchina dell’odio che per anni lo ha martoriato, perchè nella memoria di tutti possa essere ricordato per quello che era: un uomo buono, gentile e generoso, un politico coraggioso e rispettoso delle regole democratiche, non un grande liberale ma di sicuro un grande amante della libertà… e non solo. Evviva Berlusca!
Antonio De Filippi, 13 giugno 2023