Politica

Per il Pd perdere è una seccatura in meno

La sconfitta elettorale? Inutile che la sinistra continui a leccarsi le ferite: tanto possiede tv e giornali

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Governare l’Italia è sempre più difficile. Un formidabile debito pubblico (quando verranno fuori i responsabili?) vincoli comunitari, restrizione delle risorse a disposizione degli stati nazionali, classi dirigenti sempre più scadenti, a destra e a sinistra, riducono decisamente l’area di intervento di Palazzo Chigi e del Parlamento. Per questo se si capisce come il centro-destra possa cantare vittoria – erano anni che il Lazio aveva un governatore di sinistra -,si capisce assai meno come la sinistra continui a leccarsi le ferite per la débacle elettorale.

Ma cosa le importa la sconfitta in due regioni—pur importantissime—quando conserva un’enorme presa sulle ‘società civile’—tv, giornali, magistratura, pubblica amministrazione, sindacati, Università, scuole di ogni ordine e grado, chiese, istituzioni comunitarie etc.? Se il governo, ad esempio, si azzardasse a rivedere le cariche della Rai dopo l’ultimo (indecente) Festival di Sanremo, sarebbe difficile prevedere un’insurrezione generale, in nome della libertà e del pluralismo e, persino, qualche sanzione da parte dell’Europa?

Fino a qualche tempo fa, gli organi di informazione—soprattutto la carta stampata—si attenevano al principio delle due campane ovvero alla prassi di mettere a confronto le opinioni discordanti. È quanto vediamo nei reportage sulla guerra ucraina? A dirla tutta, per me il principio delle due campane è solo propedeutico alla vera discussione scientifica e, oltretutto, può essere adulterato: due incompetenti di dubbia intelligenza che manifestino idee opposte non hanno certo il pass per entrare nel laboratorio delle scienze, anche di quelle umane

E tuttavia, in mancanza dei Pareto, dei Weber, degli Aron che elaborino analisi wertfrei sulla politica del nostro tempo, le ‘due campane’ restano il minor male… purché si sentano sul serio, come nei tempi in cui il ‘Corrierone’ dava la parola a tradizionalisti e a neoilluministi. Oggi i quotidiani hanno i loro storici, filosofi, sociologi che rispecchiano la linea del giornale – non più organi di informazione ma centrali ideologiche – e ad essi si può replicare solo inviando ‘lettere al Direttore’. Una sinistra rimasta custode del pensiero unico può davvero mettersi a lutto se si trova in minoranza nel Palazzo della Regione Lazio?

Dino Cofrancesco, 21 febbraio 2023