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Per qualche idiota il Coronavirus è colpa del liberismo

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“Ha stato il liberismo”. Esperti improvvisati di virus, pandemie ed economia hanno emesso il verdetto. Se il coronavirus si espande è colpa del liberismo, i più intelligenti aggiungono l’aggettivo “selvaggio”. Sì, il malefico liberismo selvaggio, favorendo il commercio su scala globale, ha fatto arrivare dalla Cina, insieme alle merci, anche l’epidemia del secolo. Destri e sinistri inveiscono soddisfatti contro il capitalismo, fonte di ogni sciagura, e fa niente se il capitalismo, anzi: il libero mercato, vive e muore insieme a quisquilie come Stato di diritto, ampio benessere, libertà politiche, pace interna ed esterna, progresso scientifico e dunque medico.

Se c’è una speranza di contenere il virus è dovuto al libero mercato, che in Occidente ha permesso la nascita di protocolli igienici e sanitari sconosciuti altrove. Non saranno perfetti ma restano la nostra migliore arma contro la malattia. Naturalmente questo sistema ha molti difetti: la ricerca del profitto, ad esempio, sconfina troppo spesso nel saccheggio; il legame tra Stato e “aristocrazia” industriale ha fatto danni enormi; l’accoglienza (doverosa) è degenerata in importazione di mano d’opera a bassissimo costo, anche detta schiavitù. Ma queste sono storture causate da uomini disonesti.

La responsabilità è individuale non del sistema economico. Ma c’è un tema che i rossi, neri e rossobruni non vogliono prendere in considerazione. Le pandemie non sono una novità della ultima ora, sono una costante della storia. La Spagnola, l’Asiatica e prima ancora la peste si diffondevano forse più lentamente ma c’erano e facevano strage nelle famiglie. Il liberismo all’epoca non era selvaggio e tanto meno globale.

Alessandro Gnocchi, 23 febbraio 2020