“C’è un’evidente campagna politico-mediatica contro Milano. Che ci sia una campagna politica e mediatica contro il Sindaco ci sta. Ma chi per calcolo politico attacca Milano fa un danno ai tanti che grazie all’attrattività della città lavorano o comunque costruiscono le basi per la propria vita”. No, non è la fiera dell’assurdo: si tratta solo dell’ultima sparata di Beppe Sala. Il sindaco – verde o arcobaleno a seconda dei frangenti – ha denunciato un complotto contro la sua città sul tema della sicurezza. Un dossier piuttosto delicato, considerando le figuracce inanellate: prima le smentite sul presunto allarme, poi le prime ammissioni e infine il reclutamento di Gabrielli come super-consulente.
Alfiere di quella borghesia radical chic, Sala ha sempre provato a nascondere la realtà sotto il tappeto, come si fa con la polvere a pochi minuti dall’arrivo di un ospite inatteso. Ma la situazione è diventata così insostenibile da fare un passo indietro: non c’è solo l’aperitivo sui Navigli, non c’è solo il Gay Pride, non c’è solo la manifestazione per l’ambiente. A Milano ci sono in ordine sparso: furti, rapine, omicidi volontari, aggressioni sessuali, sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile, aggressioni fisiche, atti vandalici, truffe e frodi informatiche, violazioni della proprietà intellettuale. Il risultato di anni di accoglienza indiscriminata e di gestione disastrosa della sinistra, basti pensare ai tagli dei militari impegnati in strada.
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Nessun complotto, nessuna macchinazione, nessuna operazione di sabotaggio. Milano è nella morsa della criminalità e il Comune è allo sbando. Non è più nemmeno questione di zone: dal centro città ai luoghi della movida, passando per la periferia, la delinquenza non risparmia nessuna fetta della città. E la linea difensiva di Sala è francamente divertente: per dare un senso alla presunta cospirazione, ha pubblicato i dati della prefettura sugli omicidi volontari in città consumati tra il 1987 e il 2023, dai quali emerge un netto calo. Un po’ troppo poco, no? Anche perché per quanto concerne il dossier sicurezza, Milano è in vetta alla classifica poco edificante sull’indice di criminalità stilata dal Sole 24 Ore su dati del Viminale: quasi 7 mila denunce ogni 100 mila abitanti. Da segnalare anche il poco invidiabile record sui furti (3.800 denunce ogni 100 mila abitanti). Ma a smascherare l’emergenza ci hanno pensato anche tanti volti noti: chi aggredito, chi vittima di furto, chi spaventato, diversi vip hanno puntato il dito contro la gestione della città. E non parliamo di pericolose persone di destra, ma di artisti del calibro di Carlo Verdone. Con buona pace di congiure e intrighi da film di serie b.