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Per salvarla dal Covid, ammazzano la scuola - Seconda parte

E secondo voi un adolescente o un bimbo infilato là dentro sarebbe al sicuro? E quando si faranno le prove di evacuazione che simulano il terremoto cosa accadrà? E quando ci sarà, speriamo di no ma il rischio sismico è alto in Italia perché la Terra è ballerina-incerta per definizione, il terremoto cosa accadrà? Ma, soprattutto, l’insegnante ridotto a una sorta di impiegato che sta dietro agli schermi o a una sorta di insetto come una mosca sul vetro, come pensate che potrà mettere in scena il dramma della conoscenza (sì, perché la conoscenza è un dramma e il buon professore è a suo modo un attore, un suscitatore di buone emozioni)?

La scuola non esiste più. Doveva accadere. È accaduto. Il virus è un’astuzia della cronaca ragionata per porre fine in modo definitivo alla storia della scuola italiana lunga poco più di un secolo e mezzo: iniziata con il monopolio religioso della Chiesa e finita con il monopolio subculturale dello Stato. Oggi c’è la post-scuola. La scuola rinascerà altrove, in altri modi, perché le cose vere nascono dalle esigenze e dalle necessità, non dalle stupide imposizioni.

A me, per piacere, lasciatemi solo. Lo diceva Carlo Emilio Gadda: “Vi prego, lasciatemi nell’ombra”. Ecco, vi prego, lasciatemi nell’ombra, anzi, dimenticatevi di me, non mi venite a cercare. Lasciatemi tranquillamente nella sana insicurezza della Vita e della Libertà a cui sono tanto affezionato.

Giancristiano Desiderio, 5 giugno 2020

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