Pillole Ricossiane

Per un nuovo 25 aprile: Festa di Liberazione dagli statalisti

Gli scritti di Sergio Ricossa, economista e liberale vero, per leggere il presente

ricossa 25 aprile

Anche quest’anno Il 25 aprile sarà giorno di polemiche perché qualcuno continuerà a considerarla la Festa della Liberazione dal fascismo ad opera del partito comunista. Dimenticando così che l’antifascismo in Italia non fu affatto monopolio comunista, e che sarebbe una festa di vera liberazione se fosse indirizzata equamente contro ogni totalitarismo, fascista o comunista che sia.

In una sua lettera del settembre 1931, inviata dal carcere di Pallanza dove era recluso, l’economista liberale (antifascista e anticomunista) Ernesto Rossi scriveva: “Nel ’19 mi son trovato con i fascisti, contro la dittatura comunista; oggi sono in galera con i comunisti contro la dittatura fascista. E niente di più facile che domani dovessi esser considerato “sovversivo” dai comunisti…”.

Essendo passato ormai quasi un secolo, sarebbe interessante spostare il concetto di liberazione su un altro terreno: invece di chiedersi quanto fascismo rimanga nella destra attuale o quanto comunismo rimanga nella sinistra attuale, cercare di capire chi possa meglio “alleggerirci” dall’invadenza dello statalismo dilagante.

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Nel suo formidabile libro dal titolo Come si manda in rovina un Paese. Cinquant’anni di malaeconomia (Rizzoli, 1995) Sergio Ricossa, in una nota del 1994, scriveva: “È perfettamente inutile chiedersi quanto fascismo resti nell’Alleanza nazionale di Fini e quanto comunismo nel Pds di D’Alema. Ci si chieda invece: chi ci imporrebbe più guinzagli se avesse il potere […]. Non ha importanza come si chiami un partito o un movimento politico. Importa la sua forte o debole vocazione allo statalismo e alla burocrazia, al dirigismo e all’invadenza nella vita dei privati cittadini. Gli alberghi mostrano il numero di stelle che meritano; i simboli dei partiti dovrebbero esibire il numero di guinzagli e delle museruole che intendono usare. Invece i loro simboli sono stupidi e ingannevoli. Va da sé che gli alberghi migliori hanno più stelle, i partiti peggiori avrebbero più guinzagli, coi quali allettare gli schiavi per scelta, chi cerca le bonheur dans l’esclavage”.  

Basta cambiare qualche nome e il discorso calza a pennello anche per l’Italia di oggi. E buona liberazione a tutti.  

Fabrizio Bonali, 24 aprile 2023