Ieri ho avuto un’illuminazione: contrariamente a quanto finora scritto, mi auguro che Mario Draghi diventi presidente della Repubblica. Ora che ve la racconto capirete che non è proprio un’illuminazione quanto, piuttosto, la prova della semplicità del mio cervello. Ma tant’è. Ordunque, dovete sapere che durante gli ultimi 12 mesi ho sempre pensato, ed ho avuto l’occasione di scriverlo, che Draghi al Quirinale non mi piaceva. Ma ragionavo da uomo di scienza, cioè da sempliciotto: Mario Draghi, argomentavo tra me e me, non mi fa simpatia (spero nessuno, né Mario Draghi medesimo, me ne voglia: dopotutto non si può essere simpatici a tutti), ergo al Quirinale non ce lo vorrei, dicevo. Ma che stupido che sono stato!
V’è un’ottima ragione per votare Mario Draghi e metterlo al Colle, invece, ed è la ragion di Stato: promoveatur ut moveatur. Finora, da presidente del Consiglio ne ha combinate così tante, ma così tante – l’ultima, la lista dei beni essenziali acquistabili dai non vaccinati – che trovo urgente promuoverlo. Devo aggiungere che l’illuminazione m’è venuta perché non riuscivo a capacitarmi più delle cose cui stiamo tutti assistendo. Come ha scritto il Direttore de La Verità, Maurizio Belpietro sulla Verità di sabato 22 gennaio: «stiamo uscendo pazzi». E allora ho capito o, almeno, spero e mi auguro di aver capito: Mario Draghi lo sta facendo apposta per rendere necessaria la propria rimozione, cioè la propria promozione.
Ma chi ci garantisce – direte voi – che una volta là smetterà di farci uscir pazzi? Beh, innanzitutto perché se, come sto ipotizzando, la fantasia – chiamiamola così – al potere è stata finora finalizzata alla promozione al Colle, allora l’obiettivo sarà stato raggiunto e, presumibilmente, si potrà tornare tutti coi piedi per terra. Inoltre, con Draghi eletto al Colle, si dovrà andare alle elezioni e la speranza è che il nuovo Parlamento rimetta in riga il presidente della Repubblica, entro i confini che la Costituzione attribuisce alla carica. E, a questo proposito, penso che Mario Draghi non chieda di meglio, visto che stare in riga è quel che ha egregiamente fatto da sempre.
V’è un’altra possibilità. La prima condurrà quasi sicuramente alle elezioni (a meno che l’intero centro-destra e il Pd non vogliano perfezionare il proprio suicidio con più forza di quella finora esercitata); ma è, questa, la circostanza che i deputati grillini temono più della terapia intensiva da covid. E allora v’è la possibilità che codesti grillini una volta tanto usino, per dirla alla Hercule Poirot, le proprie celluline grigie e si risolvano per dare il proprio voto a Silvio Berlusconi. Che, nel bene e nel male, il Colle se lo merita proprio. Anzi, devo dire che, a mio modesto, e per quel che conta, parere, gli ultimi venticinque anni ci hanno regalato due soli uomini di Stato: Silvio Berlusconi e Romano Prodi. Personalmente, del primo, tutto o quasi ho approvato; del secondo, tutto o quasi ho disapprovato, ma, v’ha detto, decoroso uomo di Stato è stato.
Cosa succede con Berlusconi al Quirinale? L’uomo non fa sgambetti né slealtà, come ha ampiamente provato da quando tutti lo conosciamo. Non si chiama… beh, lasciamo perdere. Inviterebbe Mario Draghi a continuare fino alla fine della legislatura. V’è rischio che quest’ultimo s’indigni e molli? E perché? Intanto, fra sette anni ci sarà bisogno di nuovo di un presidente. E poi, anche nella improbabile ipotesi che, indignato, si dimetta, Berlusconi saprà incaricare qualcuno che tenga compatta una coalizione che governi fino alla fine. Insomma, se i grillini votano Silvio Berlusconi, il loro posto è salvo. Se votano Mario Draghi perdono il posto, ma avranno rimosso un problema. Se san fare due più due, sapranno cosa fare.
Quanto a me, dovesse tutto dipendere da me e Silvio Berlusconi rinunciasse ad aspirare al colle, un nome lo avrei: Maria Giovanna Maglie. La apprezzo tutte le volte che la sento intervenire ospite di qualche talk show. E ormai l’apprezzo a tal punto che se lei non è tra gli invitati o cambio canale o spengo la tv. Testa sulle spalle, i neuroni tutti connessi, garbata, precisa, il contrario della retorica, essenziale, persona di gran stile e di modi impeccabili, sempre due spanne al di sopra degli altri. L’Italia farebbe un figurone ad averla Presidente e io, finalmente, sarei orgoglioso di essere così rappresentato. Signora Meloni, signori Salvini e Berlusconi: stupite per una volta gli italiani e portate la Maglie al Colle.
Franco Battaglia, 22 gennaio 2022