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Perché ci servono anche i non vaccinati

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di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi

Per quanto paradossale possa sembrare abbiamo bisogno di più persone non vaccinate per proteggere i vaccinati. Riassumiamo qui quanto scrive da un anno un virologo belga, che tra l’altro nel 2006 era anche direttore presso la Fondazione di Bill Gates, quindi un virologo favorevole alle vaccinazioni in generale

È contestabile affermare che le varianti che possono eludere i vaccini, “evolvono o si diffondono nei non vaccinati” come si legge sui giornali che parlano di un “Epidemia dei non vaccinati”. Il fenomeno nuovo del 2021 è soprattutto la famosa variante Delta, originata nel dicembre 2020 in India, ma esplosa a partire da febbraio in Israele, Gran Bretagna e poi ovunque. Questa variante si è diffusa in parallelo alla vaccinazione e contagia i vaccinati quanto i non vaccinati, vedi qui i dati inglesi per la Delta:

Le varianti vanno definite come variazioni dal ceppo originale del virus più infettive e sempre più anti-spike-Ab-resistenti (cioè che resistono agli anticorpi AB che dovrebbero neutralizzare la proteina “spike”). Le persone non vaccinate che siano suscettibili alla Covid-19 (a causa di una riesposizione poco dopo l’infezione primaria causata da alta pressione infettiva, o se altrimenti immunosoppressi, o se immunosenescenti (cioè ad es. molto anziani) possono contribuire anche loro alla diffusione delle varianti. Ma questo riguarda anche tutti i vaccinati.

Tutti i non vaccinati però (di cui la maggioranza si infetta asintomaticamente, ad esempio chi ha meno di 50 anni di solito non ha molti sintomi) contribuiscono all’immunità di gregge (e per questa ragione proprio i giovani non vaccinati che si ammalano in forma lieve sono una risorsa perché aumentano l’immunità naturale). Questo avviene o in virtù dell’immunità acquisita naturalmente (cioè coloro che erano suscettibili alla Covid19 e sono guariti dalla malattia) o prevenendo   l’infezione da qualsiasi variante di Sars-CoV-2. Insomma, tutti i non vaccinati che non siano suscettibili alla malattia perché già contagiati o perché dotati di protezione sufficiente per altre ragioni, aumentano l’immunità di gregge.

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