Da “punto di riferimento di tutte le forze progressiste” a politicamente finito il passo è veramente breve. Lo sa bene Giuseppe Conte, che in pochi mesi è passato suo malgrado dagli altari alla polvere. Dal rango di ‘guida suprema’ di tutti i progressisti, infatti, l’ex premier é stato ben presto scaricato tanto dai suoi quanto dagli alleati. L’ultimo in ordine di apparizione a sparare a zero su Conte è stato il segretario del Pd Enrico Letta, che ospite della trasmissione Rai Mezz’ora in più non ha perso l’occasione di bacchettare il capo politico del Movimento, dopo che quest’ultimo, in un’intervista rilasciata a La Stampa, aveva rivendicato per il suo partito posizioni maggiormente progressiste rispetto a quelle dem.
Affermazioni, quelle di Giuseppe Conte, che hanno infastidito non poco Enrico Letta, che ha tenuto immediatamente a mettere in chiaro che è il suo il partito più progressista del panorama politico nazionale: “Siamo molto più progressisti noi dei 5 stelle. Hanno preso più voti? L’altra volta, ora sarà diverso”. Un Letta molto deciso, dunque, che non ha esitato a lanciare il guanto di sfida agli ormai ex alleati, accusati dal segretario dem di essere troppo poco progressisti e molto indietro anche dal punto di vista dei consensi.
Una vera e propria rottura, insomma, tra Pd e Cinque Stelle, confermata senza troppi giri di parole dallo stesso Enrico Letta, che ha chiuso ad ogni possibilità di eventuali alleanze con grillini: “In queste elezioni è irreversibile”, ha dichiarato il segretario dei dem, che poi ha rincarato la dose contro i pentastellati: “All’inizio della legislatura hanno combinato quello che hanno combinato, poi c’è stata un’evoluzione che ha consentito di fare il governo Draghi e gestire la pandemia. Conte poi ha abbandonato quella evoluzione”.
Un’involuzione, quella a cui ha fatto riferimento Enrico Letta, evidentemente legata alle posizioni critiche assunte da Conte nei confronti del governo Draghi, posizioni che gli sono valse le accuse dem di essere poco responsabile e troppo poco di sinistra, e quindi, di conseguenza, scaricabile.
Tempi duri per l’avvocato pugliese, che dopo aver dovuto incassare la scissione ad opera di Luigi Di Maio e le feroci critiche alla vigilia della caduta del governo Draghi, adesso viene scaricato anche dai suoi alleati dem. Senza dimenticare, infine, che all’interno del Movimento c’è già chi invoca il ritorno di Alessandro Di Battista con il ruolo di nuovo capo politico. I grillini starebbero infatti progettando di ‘fare la festa’ all’ex premier, con il benestare di Beppe Grillo che vedrebbe di buon occhio l’avvicinamento tra Conte e Di Battista alla guida del suo movimento, con l’intento di riavvolgere il nastro e riportare i pentastellati alle origini, lontani da alleanze e da posizioni progressiste.
Salvatore Di Bartolo, 26 luglio 2022