Cronaca

“Perché dice censura?”. Giordano Bruno Guerri smonta la lagna di Scurati

Lo storico del fascismo: “Lo scrittore ha attaccato per primo. È famoso e deve sopportare le reazioni di chi accusa”

Giordano Bruno Guerri, noto storico che ha dedicato gran parte della sua carriera allo studio del fascismo, ha rilasciato un’intervista a Repubblica, che mette la parola fine (si spera) al caso Scurati. Primo: non c’è nessuna “censura” ai suoi danni. Secondo: “Non sappiamo se è saltata per tircheria della Rai o perché lui voleva più soldi”. E terzo: sarebbe il caso di smetterla di fare la vittima, perché Scurati tutto è tranne che un povero intellettuale preso di mira dal potente dio turno.

“Scurati afferma che sulla sua faccia hanno dipinto un bersaglio, ma dimentica che ha attaccato per primo lui”, ha detto Guerri. Che poi ha aggiunto: “Lui non è un privato cittadino, è uno scrittore famoso. Deve sopportare le reazioni di chi accusa”. In merito al successo dell’opera “M” di Scurati, Guerri s’è ben guardato dall’esagerare con gli elogi: “È uscito al momento giusto. Con un taglio nuovo. Il risultato è fascinoso, specie nel primo volume. Ma non sarà ricordato per il suo contenuto storico“. Secondo Guerri, il libro “sarà letto dagli storici del futuro per capire come si discuteva del fascismo al nostro tempo”.

Ed è proprio sul dibattito attuale sul fascismo che Guerri sferza chi oggi guarda al Ventennio “caoticamente, strumentalmente”. Oggi la discussione sul Duce e i suoi sodali “non ha nulla a che vedere con gli studi”, ma solo “con la necessità della sinistra di dirsi antifascista. Che bisogno c’è di ribadirlo?”. Guerri assicura di essere “liberale, libertario, democratico ed ex libertino, e quindi antifascista”, ma non ha bisogno di “ribadirlo ossessivamente”. Chi lo fa, e ogni 25 aprile si eleva a predicatore della Resistenza, “mi ricorda quelli che protestano contro la spedizione dei mille”. Sono cioè fuori dalla storia.

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