Cronaca

Perché dico “no” al “reddito di maternità” del centrodestra

La proposta di Forza Italia a prima firma Gasparri? La soluzione non sono bonus e più Stato, ma più libertà

assegno maternità, donna incinta © Billion photos e zwolafasola tramite Canva.com

Non sono d’accordo con la proposta di Forza Italia a prima firma Gasparri sul cosiddetto “reddito di maternità”. Ma non per le obiezioni ideologiche della sinistra che ho ascoltato finora e cioè che la proposta sia “propaganda sul corpo delle donne” oppure che la proposta sia una “discriminazione di genere” per costringere le donne a non abortire e rinunciare così alla propria carriera” ecc ecc. queste sono motivazioni vecchie di retroguardia femministoide.

Un partito politico di governo sedicente liberale come Forza Italia può puntare legittimamente ad aumentare la natalità in Italia e quindi anche a limitare il più possibile i casi di aborto, ma con riforme strutturali.

Su un punto, infatti, Gasparri ha ragione, in molti casi di aborto può esserci anche una motivazione economica, e su questo il governo deve intervenire, ma allargando il raggio d’azione. Il tema si innesta sul drastico e drammatico calo delle nascite in Italia che sta creando gravi squilibri demografici, oltreché di sostenibilità del nostro sistema previdenziale.

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È l’elevata ed intollerabile pressione fiscale e contributiva che riduce il reddito netto disponibile delle famiglie italiane, rendendo più difficile sostenere le spese legate all’educazione e al mantenimento dei figli.

Da molti anni in Italia permane un senso generale di incertezza economica, che scoraggia le coppie dal prendere decisioni a lungo termine, come avere figli.

Dovrebbe far riflettere poi una forza politica sedicente liberale come Forza Italia – ed in generale tutta la compagine dell’attuale governo – che a fronte di una spesa pubblica pazzesca oltre il 60% del PIL non vi siano strutture pubbliche minime per le coppie a basso reddito: asili nido, scuole materne ed attività extra scolastiche.

Si dovrebbe prendere atto che il calo netto, drammatico della natalità in Italia sia un altro tassello, forse il più emblematico, del fallimento del sistema statalista e assistenziale vigente in Italia. Lo Stato mamma ha fallito, come lo Stato imprenditore.

Per aumentare i figli in Italia in modo strutturale non serve “più Stato!” e non servono “bonus”.

Serve una detassazione e una decontribuzione lineare e netta. Più reddito disponibile per la giovani coppie per rivolgersi a strutture private di assistenza alla maternità che dovrebbero proliferare liberamente anch’esse grazie ad una tassazione flat, generalizzata per tutte le attività produttive, che a sua volta cambierebbe la propensione dei giovani a rischiare per produrre.

Per fare figli, per non abortire in Italia serve un clima meno oppressivo sul fronte fiscale e meno asfissiante su quello burocratico.

Non si può pensare di aumentare di 1 centesimo l’attuale folle e fuori controllo spesa pubblica, ma semmai di tagliare con la scure sprechi e immonde malversazioni nello scassato apparato statale e restituire alle famiglie, alle coppie e a tutti gli italiani più libertà e più speranza, allora si che ci saranno meno aborti e potrà interrompersi anche drammatico trend del calo demografico.

Serve un cambio di paradigma, servono meno stato, meno tasse e più libertà.

Andrea Bernaudo, 8 luglio 2024

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