Esteri

Perché è stato assolto il “killer” dei Black Lives Matter

Kyle Rittenhouse è stato assolto con formula piena per legittima difesa, ecco perché

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La notizia di ieri è che Kyle Rittenhouse è stato assolto con formula piena per legittima difesa. Davvero commovente il momento della lettura della sentenza in cui il ragazzino, appena diciottenne, inizia a singhiozzare per poi scoppiare in un fragoroso pianto con le gambe che hanno comprensibilmente ceduto sotto il peso di una tragica vicenda, troppo più grande di lui.

La notizia di oggi, invece, è che come al solito i principali quotidiani italiani, infarciti di ideologia e pregiudizio, sono riusciti ancora una volta a ribaltare la realtà, nonostante una sentenza di assoluzione di un tribunale e i numerosi video presenti in rete che fin dall’anno scorso documentano per filo e per segno tutto ciò che successe a Kenosha durante le manifestazioni violente di Black Lives Matter. Repubblica riesce addirittura a titolare: “Torna l’incubo razzismo. Assolto il killer di Kenosha”, giudicando evidentemente l’assoluzione come un dettaglio di poco conto. Del resto per certa sinistra, nonostante Biden, l’America rimane pur sempre l’America, terra rozza popolata da bifolchi capitalisti col grilletto facile.

Cosa ci faceva Rittenhouse a Kenosha?

Ma andiamo con ordine. Che cosa ci faceva un ragazzino di 17 anni, armato, in una cittadina messa a ferro e fuoco dai soliti finti pacifisti coi pugni al cielo? Rittenhouse faceva parte di una milizia cittadina che presidiava il territorio e difendeva la proprietà privata dagli assalti dei violenti. Nonostante possa sembrare assurdo agli occhi socialistizzati europei, negli Usa non solo tutto ciò è consentito dalla Costituzione (un minorenne può portare un’arma se supervisionato da un adulto) ma è persino visto di buon occhio dalla Polizia che non la ritiene lesa maestà, ma un aiuto concreto per il mantenimento dell’ordine. Nei video, infatti, si può vedere come, prima che gli eventi degenerassero, le forze dell’ordine ringrazino i civili armati per il proprio aiuto e li riforniscano con delle bottigliette d’acqua.

La dinamica dei fatti

Ma veniamo alla dinamica dei fatti di quella sera. Quella vera riscontrabile nei video, non quella riportata da Repubblica. Il primo manifestante violento ad essere ucciso da Rittenhouse è Joseph Rosembaum. L’uomo, già diversi minuti prima di essere colpito a morte, aveva avuto diversi alterchi con i membri della milizia e si era contraddistinto per essere uno dei manifestanti più aggressivi arrivando a minacciare anche lo stesso Rittenhouse.

Nei video si vede Rosembaum a volto coperto che insegue il ragazzino mentre sta cercando di scappare (e non il contrario come scrive Repubblica). Durante l’inseguimento lancia anche qualcosa in direzione di Rittenhouse con l’intenzione di colpirlo mentre un manifestante armato dietro di lui spara un colpo di pistola in aria, senza alcun motivo. A quel punto il ragazzino si trova la strada sbarrata da alcune macchine parcheggiate. Rosembaum lo raggiunge e cerca di disarmarlo per poter poi forse usare il fucile contro di lui. In quel momento, dopo aver sentito un colpo di pistola poco prima e vedendosi arrivare addosso un energumeno a volto coperto, Rittenhouse non può fare altro che fare fuoco da distanza ormai molto ravvicinata nel bel mezzo di una colluttazione volta ad impadronirsi dell’arma.     

Il secondo individuo che perderà la vita pochi minuti dopo è Anthony Huber. Lo scenario è cambiato. Il ragazzino sta scappando da una moltitudine di manifestanti inferociti che gli vogliono fare la pelle. Rittenhouse inciampa, cade a terra e a quel punto inizia ad essere colpito dai manifestanti. Nei video si vede una persona incappucciata che gli sferra un calcio violentissimo. Subito dopo arriva Huber che colpisce il ragazzino al volto con un pesante skateboard e cerca di disarmarlo. E’ proprio in questa azione violenta che il manifestante verrà attinto da Rittenhouse che riesce a sparare da terra e a centrarlo al petto.

Appena qualche secondo dopo arriva anche il terzo uomo, Gaige Grosskreutz, l’individuo armato di pistola ferito poi al braccio dal miliziano. Lo stesso Grosskreutz dirà in seguito di averla puntata “accidentalmente” contro Rittenhouse. Pura casualità, come no.

Per chi avesse voglia e tempo, ecco una fedele ricostruzione dell’accaduto del New York Times. Al di là delle testimonianze, sono le immagini a parlare.

I motivi dell’assoluzione

Alla luce di questa ricostruzione basata proprio sui video utilizzati come prova al processo, non risulta per nulla sorprendente il verdetto di assoluzione. Il tribunale e la giuria popolare hanno sentenziato che Kyle Rittenhouse ha agito per legittima difesa oltre ogni ragionevole dubbio come del resto è sembrato chiaro fin da subito. La legge del Wisconsin, infatti, stabilisce che si può ricorrere all’uso della forza (anche mortale) nel momento in cui è necessaria per prevenire la morte imminente o un grave danno fisico. E l’accusa non è riuscita a provare la sua tesi secondo cui fu il ragazzino a provocare le violenze. Portare armi negli Usa, infatti, è considerato un fatto perfettamente normale e non costituisce in alcun modo premessa di atti violenti o criminali. Non solo: Rittenhouse non sparò indiscriminatamente per le strade ma colpì solamente persone che lo avevano attaccato per primo, dimostrando in questo anche una buona dose di perizia.

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