Come fare per conservarli a impalcatura caduta? Non è facile dirlo, anche perché ragionare con le categorie novecentesche della dittatura e della libertà conculcata e da riconquistare (come fanno non solo no vax e altre ingenue persone ma anche affermati uomini di cultura) è non solo infantile scientificamente ma finisce per alimentare quella spirale in cui alla semplificazione degli uni risponde la uguale e contraria semplificazione degli altri. Si tratta invece, come ha scritto l’altro giorno Massimo Cacciari su La Stampa, di “processi e intrecci che nessuno decide a tavolino, che nessun Soggetto stabilisce, pre-ordina e pre-vede”. Proprio per questo essi sono pericolosi e dovrebbero interrogare le nostre coscienze.
Dovremmo però abbandonare l’idea, anch’essa figlia di vecchie categorie, dell’impegno, dello scendere in piazza, del resistere e militare, in cui amiamo raffigurarci pateticamente come eroi della libertà di fronte a despoti e governi. E anche quella di creare Commissioni di Precauzione e Dubbio simil-partiti come è avvenuto a Torino, come si è a stabilito a Torino, e spero tanto che Cacciari non vi abbia partecipato perché abbia capito l’anacronismo e la nostalgia da sinistra movimentista e benecomnista che vi stava dietro. Il nostro compito di intellettuali è a mio avviso quello di elevare il dibattito, ma non vedo le condizioni qui ed ora. Le acque sono troppo agitate e ogni riflessione viene facilmente fraintesa e in men che non si dica si finisce intruppati in una o nell’altra delle tifoserie in campo. Forse fare un passo indietro come io ho deciso di fare, sul Covid, parlandone non altrove che in sede scientifica, può essere una buona strategia. In ogni caso, fino a che non mi ricreda, è la mia. I filosofi tedeschi usano l’espressione Schritt Zuruck: si arretra non per deresponsabilizzarsi, ma per capire di più e per favorire processi.
Corrado Ocone, 19 dicembre 2021