Il fatto è che questo atavico deficit italiano viene ora ad inserirsi in una crisi morale di tutto il mondo occidentale, che pensa di poter concorrere con la Cina giocando in modo soft sul suo stesso terreno (nella fattispecie quello del controllo delle “vite degli altri” da parte dello Stato e dei meccanismi premiali su base sociale). Non meraviglia che a rispondere per primo sia stato Macron: la cultura della libertà francese, rispetto a quella anglosassone, è molto più statalistica e dirigistica, tutta protesa a realizzare la “salute pubblica” come la chiamavano i giacobini.
Storicamente l’Italia, nelle sue classi dirigenti migliori, ha sempre seguito questo modello, repubblicano più che liberale, dirigistico e non spontaneistico, a cui ha anche ispirato la costruzione dello Stato. Fu proprio la Destra storica a fondare lo Stato su queste basi, in una sorta di ossimorico dirigismo liberistico d’antan. Draghi, che prima che un economista è un uomo dello Stato, risente forse di questa nobile tradizione. E meno male che ce l’abbiamo. Ma ovviamente lo spirito liberale guarda da un’altra parte.
Corrado Ocone, 5 agosto 2021