Il Movimento Cinque Stelle merita di sparire per sempre dalla scena politica nazionale. Il cosiddetto “diritto all’estinzione”, rivendicato a gran voce in queste ultime ore da Beppe Grillo, i pentastellati se lo sono meritatamente guadagnati nel tempo, e non certo per le beghe interne al partito o per le dispute tra il fondatore del Movimento e il suo presidente (Giuseppe Conte).
I grillini meritano di estinguersi per la loro manifesta incapacità politica e amministrativa, già ampiamente dimostrata nell’arco di tutta la precedente legislatura, e per le disastrose conseguenze che le loro improvvide scelte hanno determinato nel Paese. Il Cinque Stelle merita di sparire per aver sfasciato i conti pubblici con la politica dei bonus facili attuata dal governo Conte bis con l’intento di risollevare il settore edile in crisi a causa delle chiusure decretate dallo stesso esecutivo giallorosso nel tentativo di frenare l’avanzata del virus.
In pratica, prima hanno ferito a morte l’economia, e poi hanno provato a rianimarla con un pacchetto di misure costate al contribuente oltre 200 miliardi euro, che rappresentano ad oggi la più grande truffa mai perpetrata ai danni dello Stato. Di più: il Movimento merita di sparire per le molteplici distorsioni e gli effetti avversi originatisi nel mercato del lavoro a causa dell’introduzione dal reddito di cittadinanza. Una misura costata ai contribuenti italiani quasi 35 miliardi di euro, che, non solo non è servita ad “abolire la povertà”, come sprezzantemente ebbero a dichiarare i dirigenti grillini all’indomani dell’approvazione del provvedimento, ma peggio, ha finito col creare degli abnormi disincentivi al lavoro e per stimolare ulteriormente la pratica del sommerso.
A ciò, si aggiunga infine la questione del taglio dei parlamentari. Secondo la fuorviante propaganda grillina, la riduzione del numero di parlamentari da 945 a 600 avrebbe dovuto comportare risparmi per le casse dello Stato per decine e decine di milioni di euro. Nulla di più falso. Perché, nonostante “la grande riforma” voluta dai pentastellati, la dotazione finanziaria di Camera e Senato è rimasta praticamente uguale a quella della stagione pre-taglio. Nel 2021, la dotazione per Palazzo Madama ammontava a 505,3 milioni di euro. Nel 2024, si legge nella previsione di bilancio approvata dai senatori, la dotazione prevista è di 505,3 milioni di euro. Praticamente identica. E la medesima situazione si prospetta anche per Montecitorio. E ciò, nonostante il taglio di ben 345 unità.
Morale: i contribuenti italiani non hanno risparmiato neppure un centesimo con la riforma grillina, ma, in compenso, molti di loro hanno perso la rappresentanza parlamentare. Davvero un capolavoro, non c’è che dire. Un risultato a dir poco disastroso, figlio di una scelta puramente dettata dall’ideologia, che, al pari di quelle legate all’introduzione dei provvedimenti prima citati (bonus edilizi e Rdc), certifica inequivocabilmente il livello di idiozia politica e l’inadeguatezza dei pentastellati. Tutte valide ragioni per sperare che il Movimento degli onesti e parsimoniosi grillini, oggi degnamente guidato da Giuseppe Conte, possa sparire per sempre dal panorama politico italiano.
Salvatore Di Bartolo, 8 dicembre 2024
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