Esteri

La guerra in Ucraina

Perché i russi non radono al suolo l’Azovstal? Capuozzo: “Lì sotto c’è qualcosa…”

Partito l’assalto russo all’acciaieria dove è asserragliato il Battaglione Azov. Ma Putin non fa tabula rasa. Cosa lo frena?

La domanda delle domande, dopo l’evacuazione dei civili dall’acciaieria Azovstal di Mariupol, è quella che si stanno ponendo tutti gli osservatori internazionali e i giornalisti: per quale motivo Vladimir Putin, usciti i civili, non ha ordinato di radere al suolo tutto per chiudere definitivamente la battaglia contro il Battaglione Azov? Certo stamattina è cominciato l’assalto, come reso noto dal ministero della Difesa di Kiev. Ma non pare essere in programma un bombardamento indiscriminato o, peggio, l’uso di gas.

Di speculazioni se ne sono fatte tante. Certo “gasare” in massa i miliziani nazionalisti ucraini con gli occhi del mondo puntati addosso potrebbe essere troppo anche per un autocrate come lui. Chissà, forse tenere in piedi l’Azovstal serve per “ricostruire” dopo una industria in quella che sarà d’ora in poi una città russa. O forse, come ipotizza Toni Capuozzo, potrebbe esserci dell’altro. Cosa? “Ieri è uscita una delegazione dell’Azov a parlamentare – si chiede il giornalista – ma non essendoci più civili, cosa trattiene i russi dal fare tabula rasa? E cosa trattano i miliziani?”. La risposta, non certificata, potrebbe essere questa: “La voce più volte ripetuta è che lì sotto potrebbe esserci un laboratorio chimico e decine di uomini che non sono ucraini, e che sarebbero occidentali. Potrebbe essere una voce messa in giro dalla propaganda russa, ovviamente…”.

Però, dice Capuozzo, potrebbe esserci una “moneta di scambio”. Qualcosa “di più prezioso”, come la presenza i americani o inglesi che non dovrebbero essere all’Azovstal.