Perchè il bimbo che si sente un lupo è il fallimento della società

La vicenda scozzese ha fatto il giro del mondo e ha rilanciato la disforia di specie, una condizione medica che non esiste

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bambino lupo

Ormai non ci stupiamo più di niente. In questo Occidente dominato dalla religione woke abbiamo fatto i conti con le più assurde storture, veri e propri attentati al buonsenso. Abbiamo visto la comunità Lgbt al fianco degli islamici, abbiamo visto bambini sottoposti a cure invasive per un percorso di cambio di sesso e molto altro. Ora dalla Scozia – patria dei risvegliati – arriva una storia a dir poco incredibile, che certifica il fallimento della nostra società: a uno studente è stato permesso di identificarsi come un lupo. Ma non si tratta di una semplice fantasia di quando si è piccoli: il ragazzino pretende di essere trattato e considerato come un animale.

Capirete benissimo che si tratta di un’emergenza non di poco conto. Perché se iniziamo a prendere per normale tutte le sparate di questa o quella comunità, non ne usciremo più. Per giustificare l’atteggiamento della scuola e degli educatori, è stata citata la disforia di specie, che riguarderebbe chi non si riconosce nella specie di nascita. Un’idiozia lapalissiana, soprattutto se consideriamo che questa condizione in scienza non esiste. E non lo dice un pericoloso avversario del politicamente corretto, ma il neuropsicologo Tommy MacKay.

Non si può sottovalutare questo episodio perché non è un caso isolato. Vicende di questo sono sempre più frequenti, con giovani e giovanissimi che si identificano con volpi, draghi, uccelli, serpenti, squali e persino dinosauri. Non parliamo di un uomo che si identifica in una donna o viceversa, ma di un umano che pensa di essere un uccello oppure un felino. Se diamo credito a certe stupidaggini, presto dovremo inserire delle lettiere nei bagni pubblici perché magari un uomo si identifica come gatto. Robe da pazzi.

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Impossibile non puntare il dito contro gli educatori, che accettano alla lettera che un bambino si identifichi come un lupo, piuttosto che dirgli di uscirne e fare i conti con se stesso. Come vorrebbe il buonsenso. Ma non è tutto. Oltre a sfidare il senno, questa tendenza espone i più piccoli a gravi pericoli, a partire dalla pedofilia. Vestendosi come un lupo o come un gatto nei video pubblicati sui social network, i giovani prendono parte a feticismi sessuali dei pedofili, pronti a sfruttare la condizione di debolezza per entrare in azione. Senza dimenticare un altro aspetto: senza dei “no”, soprattutto in casi come questo, i ragazzini di oggi non diventeranno mai adulti. E la religione woke non fornirà alcun tipo di soluzione a quei problemi.

Massimo Balsamo, 21 settembre 2024

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