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Perché il centrodestra sbaglia a non battersi per il No - Seconda parte

Limitarsi ad analisi a breve termine rischia di essere controproducente, in un primo momento il fronte del sì sembrava granitico e largamente maggioritario, per paura di essere etichettati come casta o difensori dei privilegi, tutti i principali partiti (anche di centrodestra) hanno votato in parlamento a favore del taglio. Con l’avvicinarsi dell’appuntamento referendario, il no è cresciuto in modo trasversale e non solo nelle classi dirigenti dei partiti di centrodestra ma anche tra la base sono aumentate giorno dopo giorno le persone che si esprimeranno contro il taglio.

La politica deve ritrovare il coraggio di fare scelte controcorrente che nell’immediato possono rivelarsi scomode ma che premiano in una prospettiva a medio e lungo termine. Il referendum è un’occasione persa per il centrodestra, votare no sarebbe non solo una battaglia giusta ma avrebbe potuto assumere un significato politico in chiave anti governo essendo il fronte del sì appoggiato dal Partito Democratico e dal Movimento Cinque Stelle che, se dovesse prevalere l’assenso al taglio dei parlamentari, si intesterà la vittoria.

Francesco Giubilei, 3 settembre 2020

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