Commenti all'articolo Perché il liberalismo ha perso (e l’Italia è statalista)
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21 Commenti
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Marina Diamanti
27 Dicembre 2022, 18:50 18:50
Ben rivisto Desiderio!
Tullio Pascoli
27 Dicembre 2022, 18:24 18:24
Purtroppo, in Italia c’è stato Gramsci, che aveva intuito che il collettivismo non si sarebbe affermato con la rivoluzione proletaria: gli operai di mezzo mondo raggiungevano già livelli di vita che prima erano esclusivi delle “classi più privilegiate”. Ecco, bisognava introdurre la rivoluzione culturale mediante la quale, nasceva l’ingegneria sociale, dominando i settori strategici: scuole, media, giustizia ed ultimamente con l'”emergenza” anche la sanità, ecc.
Il Liberalismo, invece, è stato condannato all’ostracismo, mentre da noi quasi nessuno sa chi sia Frédéric Bastiat, il nostro Bruno Leoni famoso nel mondo, è del tutto ignorato.
Paolo costan
27 Dicembre 2022, 18:17 18:17
Bon hai ancora capito niente del meccanismo di creazione della moneta.
Tizy
27 Dicembre 2022, 16:07 16:07
E se tra statalismo e liberismo, quando ci riferiamo all’azione di uno Stato o del suo Governo , trovassimo una via di mezzo senza estremismi di alcun genere? Provando sempre almeno a cercare quello che è meglio per tutti, e a cambiare in modo duttile l’azione quando vediamo che è sbagliata, senza ingabbiarci in una unica visione teorica bellissima sulla carta, ma a volte non efficace o non applicabile ad una data realtà o in un dato momento storico. Altrimenti, ad esempio, non vi sarebbe mai stato il new deal di F. D. Roosevelt.
Pico
27 Dicembre 2022, 15:50 15:50
Grazie a Desiderio per il suo commento sul catto-comunismo quale cancro della nostra società. Il libro di Porro va letto insieme all’altro dello stesso A. Martino: “Liberalismo Quotidiano, LiberiLibri”, ma porsi di fronte a simili letture richiede un atto di libertà e autonomia intellettuale, merce rara in un paese statalizzato nelle menti come il nostro.
Pippo
27 Dicembre 2022, 15:09 15:09
Basta ricordare cosa successe con l’IRI.
NO?
SE CON L’IRI ERAVAMO LA 4 POTENZA MONDIALE, ….. STATALISMO 4 LIBERISMO ZERO.
Ben rivisto Desiderio!
Purtroppo, in Italia c’è stato Gramsci, che aveva intuito che il collettivismo non si sarebbe affermato con la rivoluzione proletaria: gli operai di mezzo mondo raggiungevano già livelli di vita che prima erano esclusivi delle “classi più privilegiate”. Ecco, bisognava introdurre la rivoluzione culturale mediante la quale, nasceva l’ingegneria sociale, dominando i settori strategici: scuole, media, giustizia ed ultimamente con l'”emergenza” anche la sanità, ecc.
Il Liberalismo, invece, è stato condannato all’ostracismo, mentre da noi quasi nessuno sa chi sia Frédéric Bastiat, il nostro Bruno Leoni famoso nel mondo, è del tutto ignorato.
Bon hai ancora capito niente del meccanismo di creazione della moneta.
E se tra statalismo e liberismo, quando ci riferiamo all’azione di uno Stato o del suo Governo , trovassimo una via di mezzo senza estremismi di alcun genere? Provando sempre almeno a cercare quello che è meglio per tutti, e a cambiare in modo duttile l’azione quando vediamo che è sbagliata, senza ingabbiarci in una unica visione teorica bellissima sulla carta, ma a volte non efficace o non applicabile ad una data realtà o in un dato momento storico. Altrimenti, ad esempio, non vi sarebbe mai stato il new deal di F. D. Roosevelt.
Grazie a Desiderio per il suo commento sul catto-comunismo quale cancro della nostra società. Il libro di Porro va letto insieme all’altro dello stesso A. Martino: “Liberalismo Quotidiano, LiberiLibri”, ma porsi di fronte a simili letture richiede un atto di libertà e autonomia intellettuale, merce rara in un paese statalizzato nelle menti come il nostro.
Basta ricordare cosa successe con l’IRI.
NO?
SE CON L’IRI ERAVAMO LA 4 POTENZA MONDIALE, ….. STATALISMO 4 LIBERISMO ZERO.