L’alternativa alla proibizione, l’unica che permetterebbe di ridurre a zero i costi e massimizzare i benefici, non è dunque la depenalizzazione o la legalizzazione del bene proibito, ma l’eliminazione di ogni intervento governativo e l’affrancamento del mercato e dei suoi vantaggi: maggiore sicurezza e qualità del prodotto, prezzi concorrenziali, dunque più accessibili, che limiterebbero criminalità e corruzione.
Una soluzione, quella di Thornton, certamente non di immediata applicabilità e che richiederebbe, tra l’altro, la valutazione di misure di transizione. Ma senza dubbio un’indispensabile analisi che, mostrandosi perfettamente logica e coerente, oltre ad ampliare la cognizione della questione proibizionista diviene un prezioso monito all’audacia di mettere in discussione persino gli inveterati indugi della pudicizia in nome degli imperativi libertari.