Commenti all'articolo Perché il valore legale del diploma va abolito
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Sal
10 Febbraio 2020, 14:25 14:25
@Arminius
Sembri uscito da una pagina ingiallita del 68. Tu come tanti altri qui avete un’idea della scuola pubblica del tutto fuori dalla realtà.
In effetti che la scuola sia l’espressione di un sistema di valori condiviso (o di potere come dici tu) è un fatto: Manzoni e Dante si studiano da sempre nella scuola pubblica, esattamente come “Don Matteo” in TV è arrivato alla 12esima (?) serie. Valori e ideali appunto.
Fancazzismo, promozioni gratis (anzi pagate molto care), classi di 40 alunni, aule in appartamenti, esami di idoneità farsa sono completo caratteristiche della scuola privata.
La tua idea in sè potrebbe anche non essere malvagia, se non fosse per i gestori di scuole private ITALIANI e per i genitori ITALIANI.
Occorre prima una rivoluzione culturale caro.
Arminius
10 Febbraio 2020, 13:44 13:44
Io sono del parere che lo Stato debba essere totalmente estraneo al tipo di scuola, cultura, insegnamento, educazione che la società intende scegliere per sè stessa e per i futuri cittadini. Da che mondo è mondo chi detiene il potere usa ogni mezzo per conservarlo all’infinito, e la scuola pubblica è uno dei più efficaci strumenti per raggiungere tale obiettivo. Prova ne sia il fatto che, dai tempi in cui la DC, per loschi intrallazzi di convivenza, ha calato le braghe nei confronti dei comunisti del PCI lasciando in mano loro l’istruzione pubblica, questi l’hanno trasformata in un caravanserraglio di loro esclusiva proprietà per il condizionamento delle giovani menti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: ignoranza crassa, ottuso orientamento politico a sinistra, fancazzismo legalizzato con le promozioni gratis. Le Sardine e i centri sociali sono il risultato più evidente. Dunque io penso che l’educazione e l’istruzione debbano essere assolutamente in mano privata, laddove, in regime di libera concorrenza, si insegna ai rampolli ciò che i genitori vogliono che sia loro insegnato anche in funzione delle esigenze del mercato del lavoro. Gli istituti privati che meglio prepareranno i propri iscritti avranno più successo di altri, i quali a loro volta saranno costretti a migliorare l’offerta formativa. È evidente che in questo modo si instaurerà un circolo virtuoso nella preparazione… Leggi il resto »
Sal
10 Febbraio 2020, 12:19 12:19
Avete una visione aziendale della scuola, della formazione e dell’istruzione.
I titoli che garantiscono preparazione e professionalità devono essere certificati da un ente autorevole e non da un buzzurro piccolo imprenditore che vuole assumere un neo diplomato.
La riforma della scuola professionale ha tentato un avvicinamento della scuola al mondo del lavoro (come anche la legge che prevede exASL)
Per il resto l’obiettivo della scuola è formare, educare, ustruire.
Marc8
10 Febbraio 2020, 9:44 9:44
Una analisi perfetta.
Per esperienza mi sento di affermare che in molte ditte private il punto 4) sia una realtà già da molto tempo in quanto non è possibile fare affidamento sui “titoli” posseduti dai candidati all’assunzione, essendo assolutamente privi di attendibilità. Il candidato all’assunzione viene quindi sottoposto ad un esame specifico concepito dal potenziale futuro datore di lavoro al fine di valutare se le conoscenze possedute siano quelle richieste, a prescindere dal conseguimento del diploma che lo certificherebbe.
Davide V8
9 Febbraio 2020, 18:06 18:06
Articolo molto bello e perfettamente condivisibile.
Mi sento di dedicarlo personalmente a Sal.
Carlo
9 Febbraio 2020, 13:02 13:02
In tutta sincerità, mi sembra un discorso assai poco solido. Tralascio tutte le considerazioni filosofiche della pagina 1, che lasciano (come tutte le considerazioni filosofiche) il tempo che trovano e vado al dunque: la seconda pagina, dove si parlerebbe, concretamente, del significato di abolire il valore legale del diploma. 1) il valore si sposta dalla carta alla cultura e alla necessità dell’apprendimento-insegnamento. Non si capisce come. Cioè, sono belle parole eh, intendiamoci! Ma non si capisce quale sarebbe il processo secondo il quale ciò avverrebbe. Mi immagino un’aula scolastica, con dentro gli studenti e un insegnante, all’interno di una scuola in cui alla fine viene rilasciato un diploma che non ha valore legale. Non riesco a capire – in che modo – in quell’aula il “valore dovrebbe spostarsi” in direzioni diverse dalle attuali, solo perché il diploma non avrà un valore legale. Insomma: un dogma. Vabbè. 2) gli esami in uscita sono sostituiti dagli esami in entrata E anche qui, non si capisce come. S’intendono dei test d’ingresso per poter entrare in una determinata scuola? Se l’idea è questa, sono perfettamente d’accordo, ma non si vede proprio come la cosa sia legata al valore legale del diploma. Cioè: i test d’ingresso si possono istituire anche nelle scuole statali (un tempo c’erano), così come ci sono in certe Università. E per… Leggi il resto »
@Arminius
Sembri uscito da una pagina ingiallita del 68. Tu come tanti altri qui avete un’idea della scuola pubblica del tutto fuori dalla realtà.
In effetti che la scuola sia l’espressione di un sistema di valori condiviso (o di potere come dici tu) è un fatto: Manzoni e Dante si studiano da sempre nella scuola pubblica, esattamente come “Don Matteo” in TV è arrivato alla 12esima (?) serie. Valori e ideali appunto.
Fancazzismo, promozioni gratis (anzi pagate molto care), classi di 40 alunni, aule in appartamenti, esami di idoneità farsa sono completo caratteristiche della scuola privata.
La tua idea in sè potrebbe anche non essere malvagia, se non fosse per i gestori di scuole private ITALIANI e per i genitori ITALIANI.
Occorre prima una rivoluzione culturale caro.
Io sono del parere che lo Stato debba essere totalmente estraneo al tipo di scuola, cultura, insegnamento, educazione che la società intende scegliere per sè stessa e per i futuri cittadini. Da che mondo è mondo chi detiene il potere usa ogni mezzo per conservarlo all’infinito, e la scuola pubblica è uno dei più efficaci strumenti per raggiungere tale obiettivo. Prova ne sia il fatto che, dai tempi in cui la DC, per loschi intrallazzi di convivenza, ha calato le braghe nei confronti dei comunisti del PCI lasciando in mano loro l’istruzione pubblica, questi l’hanno trasformata in un caravanserraglio di loro esclusiva proprietà per il condizionamento delle giovani menti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: ignoranza crassa, ottuso orientamento politico a sinistra, fancazzismo legalizzato con le promozioni gratis. Le Sardine e i centri sociali sono il risultato più evidente. Dunque io penso che l’educazione e l’istruzione debbano essere assolutamente in mano privata, laddove, in regime di libera concorrenza, si insegna ai rampolli ciò che i genitori vogliono che sia loro insegnato anche in funzione delle esigenze del mercato del lavoro. Gli istituti privati che meglio prepareranno i propri iscritti avranno più successo di altri, i quali a loro volta saranno costretti a migliorare l’offerta formativa. È evidente che in questo modo si instaurerà un circolo virtuoso nella preparazione… Leggi il resto »
Avete una visione aziendale della scuola, della formazione e dell’istruzione.
I titoli che garantiscono preparazione e professionalità devono essere certificati da un ente autorevole e non da un buzzurro piccolo imprenditore che vuole assumere un neo diplomato.
La riforma della scuola professionale ha tentato un avvicinamento della scuola al mondo del lavoro (come anche la legge che prevede exASL)
Per il resto l’obiettivo della scuola è formare, educare, ustruire.
Una analisi perfetta.
Per esperienza mi sento di affermare che in molte ditte private il punto 4) sia una realtà già da molto tempo in quanto non è possibile fare affidamento sui “titoli” posseduti dai candidati all’assunzione, essendo assolutamente privi di attendibilità. Il candidato all’assunzione viene quindi sottoposto ad un esame specifico concepito dal potenziale futuro datore di lavoro al fine di valutare se le conoscenze possedute siano quelle richieste, a prescindere dal conseguimento del diploma che lo certificherebbe.
Articolo molto bello e perfettamente condivisibile.
Mi sento di dedicarlo personalmente a Sal.
In tutta sincerità, mi sembra un discorso assai poco solido. Tralascio tutte le considerazioni filosofiche della pagina 1, che lasciano (come tutte le considerazioni filosofiche) il tempo che trovano e vado al dunque: la seconda pagina, dove si parlerebbe, concretamente, del significato di abolire il valore legale del diploma. 1) il valore si sposta dalla carta alla cultura e alla necessità dell’apprendimento-insegnamento. Non si capisce come. Cioè, sono belle parole eh, intendiamoci! Ma non si capisce quale sarebbe il processo secondo il quale ciò avverrebbe. Mi immagino un’aula scolastica, con dentro gli studenti e un insegnante, all’interno di una scuola in cui alla fine viene rilasciato un diploma che non ha valore legale. Non riesco a capire – in che modo – in quell’aula il “valore dovrebbe spostarsi” in direzioni diverse dalle attuali, solo perché il diploma non avrà un valore legale. Insomma: un dogma. Vabbè. 2) gli esami in uscita sono sostituiti dagli esami in entrata E anche qui, non si capisce come. S’intendono dei test d’ingresso per poter entrare in una determinata scuola? Se l’idea è questa, sono perfettamente d’accordo, ma non si vede proprio come la cosa sia legata al valore legale del diploma. Cioè: i test d’ingresso si possono istituire anche nelle scuole statali (un tempo c’erano), così come ci sono in certe Università. E per… Leggi il resto »