Perché Khelif e Yu Ting non rendono pubblici i test?

I due pugili continuano a far discutere. Né l’Iba né il Cio possono diffondere i documenti. E perché non hanno fatto ricorso?

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Khelif Ting (1)

Perché l’IBA non diffonde i test del DNA fatti nel 2023 a Imane Khelif e Lin Yu Ting? Ricordiamo che secondo l’IBA, l’International Boxing Association, che aveva squalificato le due atlete dai mondiali di pugilato, Khelif e Lin non avrebbero superato i test presentando cromosomi XY (in pratica non avevano diritto a gareggiare con le altre donne e quindi, in soldoni, secondo l’IBA non sarebbero tali) a differenza del CIO olimpico, che applica solo test sui livelli di testosterone.

Il punto è che l’IBA non lo può fare, si tratta di informazioni mediche protette e se venissero rese pubbliche senza consenso si rischia la denuncia. Però Khelif e Lin possono autorizzare i laboratori a diffondere i test. Perché non lo fanno? Ok, ok, si dirà che non devono dimostrare nulla. Va bene, però potrebbero mettere fine a tutte queste polemiche. Una volta per tutte.

Perché non rendere pubblici i test? Ah, certo, si dirà che anche se dovessero essere confermati i cromosomi XY, sono comunque donne per via della condizione di intersessualità. Ma allora mettiamoci d’accordo perché per via degli stessi cromosomi XY, l’atleta sudafricana Caster Semenya era invece stata inizialmente considerata “biologicamente maschio” dalla Federazione Internazionale dell’Atletica Leggera (non certo un’organizzazione da nulla) anche se lei si sentiva donna per via dei caratteri sessuali secondari ed era cresciuta come tale. Poi il caso è andato avanti tra ricorsi e appelli, è uno dei più complicati della storia dello sport.

Ricordo inoltre che rispetto alla squalifica decisa dall’IBA, le due atlete potevano fare ricorso presso la Corte Arbitrale dello Sport CAS (tribunale indipendente che supervisiona tutte le controversie nell’atletica). Ma Lin non ha contestato la squalifica mentre Khelif ha ritirato il ricorso prima che potesse procedere in tribunale. Come mai?

Francesca Ronchin, 5 agosto 2024

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