Nelle scorse settimane, l’autore Matteo Milanesi ha pubblicato un breve e pregevole saggio, edito dalla casa editrice Porto Seguro, intitolato Sotto l’ombra del Dragone. Incentrato sulla pericolosità del regime totalitario cinese, con mire imperiali ed espansionistiche che pongono a rischio la sicurezza occidentale, il testo prova ad affrontare le ragioni che acuiscono la nostra debolezza e vulnerabilità dinanzi al fronte autocratico.
L’apertura geopolitica a Pechino, pur favorendoci sul piano commerciale e degli scambi economici, ha permesso alla Cina di ottenere delle armi di ricatto da utilizzare strategicamente in vista di un confronto diretto con l’Occidente. Ad esempio, sul fronte industriale o su quello delle politiche green, Pechino spesso svolge un ruolo egemonico nella produzione e nella fornitura di strumenti o batterie di ricarica, che ci impone la necessità di stringere patti economici che possono rivelarsi leonini, in caso di scoppio di una nuova crisi geopolitica.
Per approfondire:
- Pace o armi? Qual è il vero ruolo della Cina
- Dal Canada alla Cina: mistero sugli “ufo” abbattuti
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Quanto affermato sta a sintetizzare i numerosi fronti che contraddistinguono il confronto tra nazioni ed imperi nell’epoca attuale: quello militare – ovviamente – ma anche quello economico e finanziario. Dinanzi a queste vitali sfide per l’Occidente, Milanesi evidenzia le debolezze delle nostre società, vittime di una pericolosa auto-colpevolizzazione storica, che ci descrive quali artefici di larga fetta dei mali del mondo, sfociando in censura e discriminazione sociale, attraverso fenomeni come quello della cancel culture o del politicamente corretto.
L’avvento della guerra in Ucraina ha stravolto l’ordine globale ed imposto all’Occidente il confronto con la realtà: le sfide del nostro tempo richiedono risposte adeguate, la capacità di prevenire lo scoppio delle crisi e saper ridurre al minimo i fronti di vulnerabilità. Milanesi nel suo saggio prova a delineare degli scenari costruttivi e denunciare i rischi derivanti dalla sottovalutazione delle minacce globali, di cui Pechino è la più imponente.
Tommaso Alessandro De Filippo, 28 febbraio 2023